FASCE TRICOLORI

Lo Russo e Manfredi tra Sala e salotti. Bettini alle grandi manovre per l'Anci

A un mese dall'assemblea in cui verrà eletto il successore di Decaro alla guida dei Comuni italiani gli animi si surriscaldano. Il sindaco di Milano, escluso dalla partita, attacca l'eminenza grigia del Pd. Che risponde piccato. Duello tra i sindaci di Torino e Napoli

Da Sala ai salotti. A un mese dall’assemblea annuale, in programma dal 20 al 22 novembre a Torino, in cui verrà eletto il successore di Antonio Decaro alla guida dell’Anci, si scaldano gli animi. Una partita tutta interna al centrosinistra, visto che dei 731 elettori Pd e alleati fanno la parte del leone. Ai nastri di partenza ci sono i sindaci di Torino e Napoli, Stefano Lo Russo e Gaetano Manfredi. Le trattative sono in corso, frenetica la caccia ai delegati per accaparrarsi il loro consenso, in campo si muovono intendenze e piccole feluche municipali. E il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, escluso suo malgrado dalla corsa attizza il fuoco: “Manfredi e Lo Russo sono sindaci e politici di assoluto valore. Lo sono senz’altro entrambi. Si apra un confronto trasparente su quale dei due sia più adatto a guidare l’Anci, in questa difficile stagione sociale e politica. La cosa che non funziona è che una decisione del genere venga presa nel salotto di casa Bettini”.

Additato come gran burattinaio dietro le quinte, l’influente dirigente nazionale del Pd Goffredo Bettini, detto “il monaco”, ex aristocrazia del Pci romano, suggeritore ascoltato e pontiere tra Elly Schlein e Giuseppe Conte non l’ha presa benissimo: “Non rispondo alle dichiarazioni di Sala, basate su resoconti non veri di qualche quotidiano. Non rispondo, perché sarebbe davvero negativo e autolesionista rompere oggi un amplissimo fronte democratico dei sindaci italiani, permettendo alla destra estrema di essere decisiva nell’elezione della presidenza dell’Anci. Ci sono due candidati di altissimo livello. Lo Russo, sindaco di Torino, e Manfredi, sindaco di Napoli. Il confronto deve essere, quindi, sereno, ragionato e costruttivo”.

Fatta questa premessa, il capo della “corrente thailandese” del Pd (è “Cavaliere comandante del nobilissimo Ordine del Regno di Thailandia”, titolo conferitogli direttamente dal sovrano) non nasconde però la sua preferenza: “Conosco Manfredi da tanti anni ed è fuori dal mondo pensare che possa accettare investiture improprie e dall’alto. Ogni sua decisione per lui deve essere l’espressione esclusivamente della volontà dei primi cittadini dei Comuni italiani. Del Nord come del Sud”. Insomma, rifiuta il ruolo di kingmaker, al più avrà sussurrato all’orecchio di Elly con la quale di recente si è appartato alla libreria Spazio Sette, durante la presentazione del libro di Dario Franceschini. “Da anni non partecipo ad alcun evento mondano, dove solitamente tutti parlano su tutto. Ho l’abitudine di festeggiare – prosegue nella nota Bettini – solo il mio compleanno. E di farlo con gli amici. Che sono, appunto, amici e non sodali nella costruzione di strategie politiche. Questa volta è capitato di incontrarci a casa (non mia) ma di Francesco Rutelli e Barbara Palombelli; i quali sono da tempo parte della mia famiglia e viceversa. Nessuno dei presenti può aver riferito di colloqui, o tanto meno riunioni, fuori luogo in una affettuosa giornata di serenità. Mi si lasci in pace almeno quel giorno”.

Ma la querelle non si è affatto chiusa: “Vorrei solo ricordare che io parlo di Anci da sindaco di un Comune italiano. Lui a che titolo parla: personale o per conto del Pd?”, chiede nella sua contro replica Sala. Il primo cittadino milanese ha poi ironizzato sui fantomatici “resoconti non veri” che sarebbero alla base delle sue iniziali esternazioni: “Che ingenuo io a credere alla stampa! – ironizza –. Figuriamoci se Bettini interviene su Anci o su questioni romane…”. All’inquilino di Palazzo Marino rimangono però “un paio di dubbi. Ma perché Bettini sente solo oggi, dopo le mie parole, il bisogno di smentire il resoconto di un autorevolissimo quotidiano? – prosegue –. E, secondo dubbio, perché appena mi sono permesso, una decina di giorni fa, di dire la mia sulla presidenza Anci lui si è sentito in dovere di intervenire per difendere la candidatura di Manfredi?”.

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