La Lega degli scontenti, spina nel fianco della giunta Cirio
Lucio Valentini 17:02 Martedì 22 Ottobre 2024Non passa seduta nel Consiglio del Piemonte senza dissidi tra Carroccio e centrodestra a trazione FdI, con forzisti e civici a supporto. Dopo Gancia e Icardi, oggi si arrabbia l'ex assessore Ricca, attuale capogruppo in via Alfieri
Si dice che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova: qui siamo ben oltre. Mentre la nuova legislatura ingrana a fatica, il Consiglio regionale del Piemonte è diventato il palcoscenico dei leghisti e della loro insoddisfazione verso la maggioranza cui partecipano.
La prima ad aprire le danze è stata Gianna Gancia, la moglie del ministro dell’Autonomia Roberto Calderoli che ha avuto da ridire sulla mancata presenza del governatore del Piemonte Alberto Cirio alla discussione in aula sulla devolution. Appoggiare l’autonomia leghista insieme agli altri governatori del nord non è bastato a Cirio: Gancia gli ha rinfacciato di aver mancato di rispetto al parlamentino piemontese.
Oltre alla “battitrice libera” c’è l’ex assessore alla Sanità Luigi Icardi (mai troppo amato dal governatore) a creare problemi al suo successore Federico Riboldi. Prima la querelle sull’utilizzo degli algoritmi per il 118, che ha visto sgonfiarsi la polemica tra i due ma non risolvere il problema, ancora sul tavolo del novello assessore. Poi lo scontro sull’edilizia sanitaria, che Icardi voleva finanziare col partenariato pubblico-privato mentre Riboldi vuole costruire soltanto coi fondi pubblici di Inail. Scelta che costa “diversi milioni di euro” in più, gli ha rinfacciato Icardi, oltre allo “slittamento dei tempi”. La polemica affiora un giorno sì e l’altro pure sulle pagine dei quotidiani e causa diversi mal di pancia all’assessore, che potrebbe dover ricorrere al maalox di salviniana memoria. Tra l’altro Icardi, da presidente della commissione Sanità, può restare assessore “ombra”, anche soltanto chiedendo audizioni su temi scomodi al suo erede.
Oggi a ribellarsi è stato l’ex assessore allo Sport Fabrizio Ricca, ora capopattuglia leghista a Lascaris. L’occasione è stata la discussione sulle “Culle per la vita”, un ordine del giorno proposto dal capogruppo della Lista Cirio Silvio Magliano sul quale la convergenza tra maggioranza e opposizione sembrava possibile. Lo scopo è ridurre l’abbandono dei neonati, spingendo su una campagna informativa per garantire l’anonimato a chi partorisce in ospedale oltre alla presenza di una culla, sostanzialmente una moderna “ruota degli esposti”, in ogni punto nascite del Piemonte mentre oggi la si può trovare solo negli enti del terzo settore, come al Sermig di Torino. Se sulla campagna di comunicazione c’era convergenza, sul secondo punto la dem Nadia Conticelli, che aveva presentato un ordine del giorno “accorpato” a quello di Magliano, era contraria “per motivi igienici, come il rischio di setticemia” e l’opposizione ha votato contro. Allora il capogruppo di Fdi Carlo Riva Vercellotti ha chiesto di sospendere la seduta, per cercare un accordo coi democratici e limare il testo di Conticelli.
In pochi minuti Vercellotti, la capogruppo Pd Gianna Pentenero e il factotum forzista a Palazzo Lascaris Davide Balena hanno chiuso un accordo per rimandare tutto a martedì prossimo, accontentando i democratici che volevano Riboldi in aula. Una scelta che ha mandato su tutte le furie Ricca, che ha accusato Balena di far fare alla maggioranza una “figura di m..”. Per calmarlo si è alzato dallo scranno più alto del Consiglio anche il presidente Davide Nicco. “Era un’iniziativa del Consiglio, tra l’altro la giunta sull’Odg Conticelli si era astenuta, dovevamo andare avanti”, si è sfogato Ricca: “Se il Pd aveva bisogno di tempo doveva dirlo in aula”. L’accordo lampo ha scontentato anche Sinistra ecologista, che si è sentita scavalcata dai democratici. Nel mezzo è partita anche una votazione sulla sospensiva che ha causato il caos, con molti che hanno votato l'opposto di quanto volevano a causa di una formulazione poco chiara del quesito. Fatto sta l'assemblea è stata tolta e ora Riboldi è in atteso in aula. Chissà che i leghisti non ne approfittino per attaccarlo di nuovo.