SANITÀ & POLITICA

Vertici Asl, il Piemonte riapre la lista.
Alle Molinette il "tedesco" Schael?

Nuovi ingressi, soprattutto da Lazio e Lombardia, nell'elenco dei papabili direttori. Tra i possibili ritorni quello di Bonelli e Manfredi. Migrazioni anche dalla Capitale. Il richiamo politico di FdI e i possibili aumenti di stipendio. Occhi puntati su Città della Salute

Un paio di settimane per scoprire quanto le aziende sanitarie piemontesi siano attrattive nei confronti di aspiranti direttori generali, ma anche per intravvedere segnali sul peso della conduzione da parte di Fratelli d’Italia della principale e più complessa materia in capo alla Regione. L’assessore meloniano, Federico Riboldi, ha appena riaperto l’elenco regionale degli idonei alla direzione di Asl e Aso fissando la chiusura della finestra al prossimo 5 novembre, data in cui si conosceranno i nomi e i profili dei manager che avranno deciso, contrariamente al passato, di mettersi in gioco per un ruolo in Piemonte.

Al ventiquattresimo piano del grattacielo del Lingotto nessuno cede a illusioni di assistere a torme di aspiranti direttori, piuttosto si coltiva la concreta speranza di poter allargare anche solo di una decina o poco più di professionisti il bacino in cui pescare nuovi vertici delle aziende per la tornata di nomine fissata entro la fine dell’anno. Come anticipato dallo Spiffero, la decisione di riaprire l’elenco regionale Riboldi l’ha presa quando è stato chiaro che troppo lunghi sarebbero stati i tempi necessari per attendere il nuovo elenco nazionale. Solo pochi giorni addietro, infatti, il ministero della Salute ha scelto i componenti della commissione che dovrà avviare una procedura destinata a concludersi, nelle più ottimistiche previsioni, non prima dell’inizio dell’estate. 

Tempi decisamente assai più brevi quelli in cui è destinata a crescere la curiosità e magari pure la legittima preoccupazione di quanti oggi sono in plancia di comando e tra meno due mesi potrebbero dover lasciare il timone dell’azienda, magari proprio a chi ha deciso di rispondere all’implicito invito della Regione. Risposte su cui non è difficile ipotizzare l’influenza “politica” e dunque la vicinanza al partito che ha un suo uomo al vertice della sanità piemontese, ma anche il ministro e un forte apparato nell’alta burocrazia ministeriale. Per attirare aspiranti manager entro i confini regionali c’è pure l’ipotesi di aumentare gli stipendi, anche se questa eventualità deve fare i conti con i conti non certo floridi del Piemonte e magari con qualche paletto che potrebbe essere messo in manovra per quanto riguarda gli emolumenti della dirigenza.

Chi potrebbe arrivare, chi si prepara controvoglia a preparare gli scatoloni, chi spera di restare e pure chi potrebbe doversi preparare a un trasloco, conservando pur sempre la guida di un’azienda anche se diversa dall’attuale. C’è tutto questo e altro ancora nell’agenda da sfogliare da oggi fin verso la metà di dicembre quando le decisioni da formalizzare a fine anno dovrebbero comporre uno schema piuttosto definito. Ancora presto per un nutrito quanto immancabile totonomi, anche se nell’ambiente che incrocia la politica con la dirigenza si guarda con maggiore attenzione e non senza ragione a possibili nuovi ingressi nell’elenco soprattutto in arrivo dal Lazio e dalla Lombardia, pur senza escludere altre parti del Paese. 

Da Oltreticino potrebbe tornare un nome noto tra i vertici delle Asl piemontese, come quello di Gianni Bonelli, dal gennaio 2023 direttore generale dell’Irccs Fondazione Mondino, storico istituto neurologico di Pavia e tra i più importanti in ambito nazionale. Bonelli, di Casale Monferrato come Riboldi, non nasconde da tempo il suo desiderio di tornare in Piemonte dove, in un non lontano passato a diretto l’Asl Cuneo1, poi quella di Biella e ancor prima era stato direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Santi Antonio e Biagio-Cesare Arrigo di Alessandria e dell’Asl Cuneo2. Al Mondino di Pavia il manager era giunto dopo aver diretto l’Asst Sette Laghi di Varese. Manager di solide e vaste relazioni, Bonelli pare ambire a posizioni di rilievo nel panorama della sanità piemontese, tanto che alcuni rumors lo indicano adirittura come possibile concorrente per chi oggi ricopre le posizioni più in alto nel sistema sanitario piemontese.

Sempre a Pavia, ma al San Matteo c’è Stefano Manfredi, nominato nel 2012 e confermato lo scorso anno fino a fine 2024. Direttore generale per un breve periodo nel 2015 del San Luigi di Orbassano, Manfredi è stato a lungo invece direttore amministrativo all’Asl di Alessandria. Dalla Capitale potrebbe prendere la strada per il Piemonte l’attuale direttore generale dell’Asl Roma2 Giorgio Casati, emiliano di Broni ha lavorato molto nel Nord Est per poi dirigere l’azienda sanitaria di Latina e quindi l’attuale Asl romana dalla quale, tuttavia, verrebbe dato in possibile partenza.

Arrivi e partenze ma anche, come si diceva, possibili traslochi. Tra questi il potenzialmente più eclatante non potrebbe che essere quello di Giovanni La Valle. L’attuale direttore generale della Città della Salute, indagato insieme ad altri 24 ex direttori e dirigenti nell’inchiesta sui bilanci e sulla gestione dell’intramoenia, pare a che avendo ben chiaro come una sua permanenza in corso Bramante sia, come ha ammesso lo steso Riboldi, “una questione da risolvere” avrebbe pronta una soluzione da suggerire. Si tratterebbe di un cambio di poltrona tra lui e Davide Minniti, attuale numero uno del San Luigi e, come si vocifera, gran consigliere nella scelta di Emanuele Ciotti alla direzione sanitaria delle Molinette al posto del dimissionario Lorenzo Angelone, oggi con lo stesso incarico al Santa Croce e Carle di Cuneo.

Riboldi, in queste ore al ministero per ragionare con il capo di gabinetto Marco Mattei proprio sull’elenco dei direttori, quando sarà il momento seguirà lo schema La Valle o, piuttosto, sgombrando il campo da consigli e suggerimenti che potrebbero apparire in qualche modo interessati, virerà su altri nomi, anche nel segno di un evidente cambio di rotta per Città della Salute? Tra quelli che circolano per corso Bramante (ma non solo per quella posizione) c’è quello dell’attuale direttore dell’Asl To3 Franca Dall’Occo. Un profilo professionale apprezzato in maniera trasversale anche se la sua collocazione politica a sinistra non è affatto un segreto.

Altra ipotesi che potrebbe prendere corpo è quella, per nulla politica ma decisamente tecnica che condurrebbe al un nome che il Piemonte ha conosciuto nei momenti più difficili della sanità, ovvero quello di Thomas Schael. “Voglio il migliore”, disse l’assessore alla Sanità della Provincia di Bolzano Martha Stocker. Lui, “il tedesco”, riempì gli scatoloni e lasciò il suo ufficio in corso Regina dove era arrivato nel 2013 mandato da Agenas in pieno piano di rientro proprio per le sue riconosciute capacità di leggere i numeri della sanità italiana e dei modi in cui sistemarli per far quadrare i conti. Un tecnico a tutto tondo, un duro che non guarda in faccia nessuno, neppure a situazioni da cui altri si terrebbero lontani, come quando arriva a fare il commissario all’Asl Napoli 2 o a prendere in mano l’azienda sanitaria di Crotone. Attualmente dirige l’Asl di Chieti, ma con casa e famiglia in Piemonte, non ha mai fatto mistero di un suo ritorno, dopo molti anni e in altro ruolo sia pure con lo stesso approccio che lo ha fatto apprezzare da molti e temere da altrettanti.

Tra altri traslochi, che ad oggi nessuno può escludere, quello di Carlo Picco dall’attuale Asl Città di Torino al Mauriziano, dove pare l’ex commissario e “costruttore” di Azienda Sanitaria Zero si trasferirebbe volentieri, dopo la complessa esperienza territoriale nella principale azienda del capoluogo. Assai meno probabile rispetto a scenari anche recenti il passaggio dall’azienda ospedaliera di Alessandria a quella che dal primo gennaio dovrà governare il Regina Margherita per Valter Alpe. A supporto di questa ipotesi voci che tendono a definire Il rapporto del manager con la direttrice del dipartimento di patologie cura del bambino, Franca Fagioli, deus ex machina dell’ospedale non  più contraddistinto dalla piena sintonia per quanto concerne alcuni aspetti dell’avvio della nuova azienda, autonoma da Città della Salute. E anche questo cordone ombelicale da recidere potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di cui tenere conto nella scelta del nuovo vertice di corso Bramante.