Renault bagna il naso a Stellantis: regge alla crisi e aumenta i ricavi
10:03 Giovedì 24 Ottobre 2024La piccola casa francese, guidata dal "marchioniano" de Meo stupisce tutti. Supera le aspettative nel terzo trimestre: 10,7 miliardi di euro (+1,8%) e una contrazione delle vendite inferiore rispetto al mercato. La leva dei nuovi modelli. Stime confermate
È piccola ma va meglio dei concorrenti, a partire da Stellantis cui voci ricorrenti la danno “promessa sposa”. Renault in ogni caso sembra affrontare con migliore surplace la crisi dell’auto. La casa francese guidata dal “marchioniano” Luca de Meo nel terzo trimestre batte le attese del mercato sul fatturato, vede le sue vendite calare molto meno della media del mercato e, soprattutto, a differenza dei concorrenti e in controtendenza rispetto al settore ribadisce stime e obiettivi fissati a inizio anno per l’intero 2024. Nel terzo trimestre ha registrato un fatturato di 10,7 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% su anno, superando le attese del mercato. Il gruppo ha registrato effetti valutari negativi e la variazione dei ricavi a tassi costanti sarebbe pari a +5%. Le sole entrate dal ramo automotive sono state pari a 9,3 miliardi (-0,5% o +2,6% a tassi costanti). Nei nove mesi, invece, ha realizzato un fatturato di 37,7 miliardi (+0,8% o +3,7% a tassi costanti).
In linea con il trend di debolezza dell’intero mercato auto, anche Renault segnala per il terzo trimestre una contrazione delle vendite del 5,6% annuo a 482.468 veicoli, ma con le vendite dei suoi marchi Renault e Dacia che sono diminuite meno della media del mercato, in particolare grazie al lancio di nuovi modelli. In Europa, un mercato in calo del 6,1%, il gruppo ha immatricolato 328.111 veicoli (-5,3%) e si è confermato al terzo posto con una quota del 9,8%. Le immatricolazioni, in particolare, sono aumentate in Italia (+16,6%), Spagna (+11,9%) e Regno Unito (+11,4%).
“Si comincia a vedere l’offensiva del prodotto – ha sottolineato il direttore finanziario del gruppo, Thierry Piéton – con 10 nuovi lanci programmati quest’anno, che rappresentano il 18% delle nostre fatture del trimestre”. I veicoli elettrificati hanno costituito il 30,2% delle vendite in Europa (+3,4 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2023), ma a trainare sono le ibride, le cui vendite sono aumentate del 52,4%. I veicoli 100% elettrici sono stati invece solo il 7,6% delle vendite del gruppo. “Un dato in calo, come previsto – sottolinea l’azienda in una nota – in un anno di transizione segnato dall’abbandono di Zoe e Twingo elettriche e dal passaggio generazionale di Dacia Spring”. Guardando avanti, il gruppo francese prevede uno slancio delle vendite di modelli 100% elettrici, per ora surclassati dalle ibride, e per il quarto trimestre uno slancio legato alla distribuzione di sette nuovi modelli nei Paesi europei: la Renault 5 E-Tech elettrica, la nuova Captur, Renault Symbioz, la nuova Renault Master, la nuova Dacia Spring, Dacia Duster e Alpine A290. Ma soprattutto Renault si distingue nel settore per la conferma dell’outlook annuale: il gruppo ha mantenuto i propri obiettivi per l’esercizio 2024, ovvero un margine operativo superiore al 7,5% e un free cash flow superiore a 2,5 miliardi di euro.
Insomma, il ceo Luca de Meo si presenta al cospetto dei colleghi vantando risultati lusinghieri: dal rosso di 8 miliardi di euro del 2020 all’utile netto di 2,3 miliardi del 2023, 3 sopra al risultato del 2022 anche se meno delle stime del mercato (3,5 miliardi). Renault è la marca francese più venduta al mondo, al secondo posto nel mercato europeo passenger car e veicoli commerciali leggeri. Nel frattempo, ha intrapreso la strada di dare più peso al valore (ovvero ai modelli redditizi) che ai volumi. A corollario delle scelte industriali anche quelle dell’evoluzione dell’alleanza con Nissan e, ad esempio, la vendita di terreni nel quartier generale di Boulogne-Billancourt, di diverse filiali commerciali del Gruppo e di filiali del Gruppo Renault Retail.
Al netto delle periodiche smentite, le “nozze” tra Renault e Stellantis restano una prospettiva. La fusione porterebbe alla creazione di un gigante con 18 marchi ed economie di scala forse in grado di sostenere il difficile momento dell’automotive che affronta la complessa e altalenante transizione energetica. Le prime voci erano circolate lo scorso febbraio, poi però dell’operazione nessuna traccia, ma restavano gli appelli di politica e industria, tra cui proprio i vertici di Renault e di Luca de Meo in persona, volti a favorire la costituzione di una sorta di Airbus dell’auto europea. Progetto che piace ad alcuni governi, quello francese in primis, ma non a Carlos Tavares ceo di Stellantis, che in molte occasioni, ha paventato i rischi di una eccessiva omogeneizzazione di marchi, modelli e progettazione nonché una possibile della riduzione del livello di innovazione a causa della minor concorrenza.
Spingere verso la mega fusione potrebbe anche essere l’esigenza di costruire vetture elettriche leggere ed economiche (e produrle costa tanto e i margini sono bassi) e per fare questo servono sinergie (Renault le aveva cercate con il gruppo Vw ma non si è arrivati a nulla). Tuttavia, in un recente editoriale sul Sole 24 Ore Luca de Meo ha espressamente indicato, commentando il piano Draghi, che all’automotive europea serve fare squadra e che servono veicoli più compatti e leggeri. Del resto, la sostenibilità dell’auto passa, è noto, proprio dal contenimento di dimensioni e pesi.
La fusione tra Stellantis e Renault avrebbe nel presidente francese Emmanuel Macron un altro importante sponsor, dal momento che lo Stato è azionista di Renault con il 15% e di Stellantis con il 6,1%. D’altronde, Macron sposa da tempo la “linea Draghi” ed è convinto che l’Unione debba seguire la linea delle fusioni. “Agire da europei vuol dire avere necessità di un consolidamento europeo”, aveva detto a maggio il presidente francese avvalorando l’ipotesi di una fusione tra gli spagnoli di Santander e Société Générale.
In pole position per guidare il colosso Stellantis-Renault c’è proprio Luca de Meo, considerato che il numero uno di Stellantis Tavares dovrebbe restare in carica ancora un anno ed è già in corso la ricerca per il suo successore. Un accordo tra i due gruppi creerebbe un gigante da 18 marchi che si rafforzerebbe notevolmente con Bmw, asso nella manica per competere con le auto elettriche cinesi (Byd su tutti) non solo puntando sulla quantità, ma sulla qualità. Quella tra Stellantis e Renault sarebbe una fusione impari: la prima (nata dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e Psa) ha una capitalizzazione di 68 miliardi di euro e 190 miliardi di fatturato, contro i 10,5 miliardi di capitalizzazione e 53 miliardi di fatturato di Renault.