REGIONALI 2024

Orlando scrocca cene a Torino e Milano, parla di Liguria con tutti meno che con i liguri

L'ironia di Bucci sulle tavolate di finanziamento del suo avversario: "Noi genovesi siamo tirchi ma una gliela avremmo pagata. Risponderà a quei territori...". L'alleanza nefasta con i Cinquestelle: "Perciò non hanno fatto il programma delle opere"

Avrà brindato con l’Asinello, la versione ligure del Barolo Chinato. È venuta voglia di scherzare al sindaco di Genova Marco Bucci, sarà per i sondaggi che vedono lievitare il suo vantaggio sull’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, sarà perché ormai anche questa campagna elettorale è agli sgoccioli: tra due giorni si vota. Toni leggeri anche parlando della malattia, sulla quale ha voluto “rassicurare tutti. Non ho nessuna intenzione di morire”. E così, all’aperitivo di chiusura della campagna elettorale di Angelo Gratarola, assessore uscente alla Sanità, ha accusato Orlando di scarso amor patrio, tornando su un episodio che sembra marginale ma forse non lo è: le sue cene fuori regione, di cui lo Spiffero ha raccontato l’appendice torinese alla bocciofila Ferro di Collegno, giusto lunedì scorso.

Bucci ricorda che il centrosinistra “ha criticato il presidente Toti per le cene di finanziamento, cosa che è assolutamente legale. E loro hanno fatto le cene di autofinanziamento a Roma, Milano e Torino. Va bene che noi genovesi e liguri siamo taccagni”, scherza ancora, “ma una cena a Orlando potevamo pagarla, se l’avesse organizzata a Genova”. Poi torna serio e lancia l’affondo: il fatto “che non l’abbia fatto e non sia qui in Liguria a lavorare con i cittadini e a parlare con i cittadini delle cose che vuole fare con i liguri, ma ne parla con gli altri, è un segnale di quello che succederà in futuro”.

Orlando, concede l’inquilino di Palazzo Doria, “non è neanche una cattiva persona, però quando si allea con i Cinque stelle…”. I grillini per Bucci sono sinonimo di inconcludenza: “È per quello che non hanno fatto il programma delle opere, perché uno dice sì e l’altro dice no, l’ospedale Galliera è in ritardo sette anni per i ricorsi di Italia nostra e dei Cinque stelle. Penso che per la sanità e i cittadini non fare un ospedale sia veramente un crimine”.

Una campagna elettorale agli sgoccioli – si vota domenica 27 e lunedì 28 ottobre – che vede polemiche anche nella sua coda: domenica sera, infatti, andrà in onda a urne aperte una puntata di Report in cui verrà ricostruita la vicenda giudiziaria che ha travolto la Regione e il presidente Giovanni Toti.

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