Liguria, Bucci governatore. Al Pd non bastano i giudici
21:00 Lunedì 28 Ottobre 2024Nonostante l'inchiesta che ha travolto Toti, il centrodestra conserva la Regione. Conte ha più veti che voti e ci rimette Orlando che vede ora allungarsi ombre sulla sua carriera. Decisiva la provincia di Imperia (e quella vecchia lenza di Scajola). I dem doppiano FdI
A meno di un’ora dalla chiusura delle urne Mario Mascia, assessore della giunta comunale di Marco Bucci e coordinatore di Forza Italia a Genova, già si definiva “moderatamente ottimista”. Poco dopo, le prime proiezioni confermavano il vantaggio del sindaco della Lanterna contro Andrea Orlando, sostenuto da un campo che, ancora una volta, parte largo e poi si riscopre stretto, dopo il pronunciamento degli elettori. La prima proiezione Swg diffusa da La7 dava Bucci al 49% e Orlando fermo al 47,5. Con la seconda proiezione la forbice si è allargata ulteriormente (49,6%-47,3%). I dati reali hanno poi confermato la tendenza. Bucci chiude al 48,77%, Orlando al 47,36%: un punto e mezzo in percentuale che in termini assoluti corrisponde a poco più di 8mila voti.
E così anche la Liguria resta saldamente nelle mani del centrodestra, nonostante un’inchiesta che ha decapitato la precedente amministrazione con il governatore Giovanni Toti costretto agli arresti domiciliari per ottanta giorni e alle dimissioni. Contro il sindaco Bucci, il Pd schierava un pezzo da novanta come l’ex ministro della Giustizia la cui carriera politica rischia ora una seria battuta d’arresto. La sinistra più identitaria, ancora una volta, si conferma vincente nei talk show e sconfitta alle urne. Orlando, infatti, è a capo di un’area orgogliosamente post diessina, che ha sempre sostenuto l’alleanza con il Movimento 5 stelle nell’ottica di una larga coalizione progressista che tuttavia fino a questo momento non è mai risultata vincente (con la sola eccezione della Sardegna e di poche realtà comunali tra cui Napoli). Un ko che potrebbe costare caro a Orlando, se Elly Schlein dovesse imporgli di guidare l’opposizione nella sua terra (come già accaduto con Pierfrancesco Majorino in Lombardia), anziché tornare a Roma con i gradi di dirigente nazionale che lui rivendica.
Per contro Bucci conferma la sua fama di combattente: nonostante le precarie condizioni di salute ha accolto l’appello del Presidente del Consiglio – “A Giorgia non posso dire di no” – e si è messo a disposizione della sua coalizione. Meloni lo ha ringraziato, gli altri leader lo hanno sostenuto lealmente. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha avuto un ruolo di primo piano nella sua campagna elettorale. Approdato alla politica quando aveva 57 anni, il primo cittadino di Genova – che il 31 ottobre festeggerà le 65 primavere – ha concluso da vincitore anche la sua terza sfida elettorale dopo i due successi nella sua Genova.
Dall’altra parte, invece, ancora una volta è decisivo Giuseppe Conte: i suoi veti più che i suoi (pochi) voti. Il M5s chiude addirittura sotto il 5% (4,6%, metà dei voti delle Europee di giugno) ed è la quarta forza della coalizione, proprio nella regione del fondatore, Beppe Grillo, con cui ha rotto ogni rapporto (e contratto di consulenza). Perdente anche l’imposizione di avere Italia Viva e Matteo Renzi fuori dal centrosinistra: l’ex premier avrebbe potuto bilanciare una coalizione molto connotato a sinistra, intercettando quel voto moderato che invece è stato catturato in gran parte dalle liste civiche di Bucci e, in seconda battuta, da Forza Italia.
Nell’analisi delle province, il Levante va a sinistra, il Ponente a destra. Genova è appannaggio del centrosinistra secondo una tradizione consolidata che vede le forze progressiste più forti nei grandi agglomerati urbani (fuori dalla cinta daziaria del capoluogo, però, Bucci recupera). A fare la differenza è tuttavia Imperia, dove i punti di distanza sono 25 a favore del candidato di centrodestra che qui raggiunge il 60 percento contro il 35 dell'avversario. La provincia si conferma enclave del centrodestra e il sindaco Claudio Scajola gran collettore di voti: la sua città, infatti, è l'unica dei quattro capoluoghi in cui ha prevalso la coalizione di Bucci. Oltre a Genova è La Spezia, provincia di Orlando e anche dell’eurodeputato dem Brando Benifei, a tingersi di rosso, mentre Savona è azzurra.
Per Schlein, che tanto si è spesa in questa campagna elettorale, la magra consolazione di un Pd primo partito al 28,4%, quasi doppiando Fratelli d’Italia (15%), in una coalizione che però continua a perdere. A fare la differenza nel centrodestra ci sono le liste civiche di Bucci, in particolare Vince Liguria, che va oltre il 9% e supera Lega (8,5%) e Forza Italia (8%). Un dato su cui ragionare: il sindaco di Genova fa meglio della sua coalizione, mentre Orlando fa peggio seppur di poco dei partiti che lo sostenevano.