Nel Torinese sono 2.650 le case popolari sfitte

Su un patrimonio di 28.726 alloggi attualmente sono 2.650, di cui 1.361 a Torino e 1.294 negli altri comuni del territorio dell'Atc del Piemonte Centrale, gli appartamenti di edilizia pubblica sfitti, quindi quasi il 10%. Secondo quanto emerge dai dati dell'Agenzia della Casa, "continuamente soggetti a variazione", di questi, 358 sono in attesa di sopralluogo dopo la riconsegna delle chiavi da parte dei precedenti assegnatari, 242 sono inseriti in programmi di ristrutturazione finanziati grazie a varie fonti di finanziamento, 77 sono in lavorazione, 243 sono in carico all'ufficio amianto per le attività di verifica ed eventuale bonifica, circa 180 sono occupati abusivamente, 106 sono a disposizione per i cambi alloggio, richiesti dagli assegnatari o disposti da Atc in situazioni particolari, 260 sono inseriti nei piani vendite approvati dalla Regione. Tutti gli altri, di cui 608 sul territorio della città di Torino, sono in attesa di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Dal punto di vista economico, per le ristrutturazioni necessarie, spiega Atc, "servirebbero circa 4 milioni, considerando i soli alloggi di proprietà dell'Agenzia, e altri 3 milioni circa per quelli non di proprietà". Recentemente, grazie a diverse fonti di finanziamento, dal Pnrr ai fondi Cipe alle risorse ex Gescal sbloccate dalla Regione, Atc ha avviato un programma straordinario di interventi manutentivi che interessa 440 alloggi sfitti, di cui 253 a Torino, ed è in programma l'avvio di lavori di riqualificazione di altri 50 alloggi non affittati sul territorio di Collegno. "L'Agenzia continuerà a cercare ulteriori forme di finanziamento per le manutenzioni", sottolinea il presidente Atc Piemonte Centrale, Emilio Bolla, che evidenzia però anche la necessità di "costruire nuovi alloggi per far fronte all'aumento della domanda abitativa, oltre che investire nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Il nostro patrimonio è in larga parte vetusto e obsoleto - ricorda - è quindi fondamentale non solo intervenire con manutenzioni straordinarie, ma anche avviare nuovi progetti di costruzione per rispondere alle esigenze di una popolazione che si trova in condizioni di crescente fragilità. Per questo - conclude - occorre una strategia coordinata che preveda ingenti risorse per affrontare queste sfide". 

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