FASCE TRICOLORI

Lo Russo "condivide" Manfredi. Duello a distanza per l'Anci

Il sindaco di Torino apprezza le parole del collega di Napoli sulla necessità di una scelta condivisa. Ma spera che grazie al milanese Sala il vento del Nord lo trascini a contendere la guida dell'associazione dei Comuni. O, almeno, alle primarie interne

“È naturale che ci sia dibattito, una discussione, l’importante è che la scelta venga fatta dai sindaci e si trovi una soluzione che tenga unito sul profilo istituzionale tutta l’Anci, e questo sarebbe anche un bel messaggio”. Le parole pronunciate ieri da Gaetano Manfredi a margine dei lavori del direttivo dell’associazione dei Comuni, in cui si è discusso di legge di bilancio e soprattutto di finanza locale, trovano la “piena condivisione” di Stefano Lo Russo. Il primo cittadino di Torino non si è mai formalmente candidato alla presidenza di Anci, anche se non è un mistero che non disdegnerebbe affatto poter indossare la fascia di “sindaco dei sindaci” proprio nella sua città, dove dal 20 al 22 novembre prossimo si svolgerà l’assemblea nazionale per l’elezione del successore di Antonio Decaro che, concluso il mandato alla guida del municipio di Bari, dopo 8 anni a via dei Prefetti è ora europarlamentare del Pd.

“Condivido pienamente le parole di Manfredi sul fatto che debbano essere le sindache e i sindaci, e non altri, a designare la presidenza dell’Anci, come peraltro in altri termini aveva già posto il sindaco di Milano Beppe Sala”, spiega Lo Russo riferendosi alle polemiche scatenate dall’inquilino di Palazzo Marino contro le ingerenze esterne nella scelta del nuovo presidente, indicando nel “salotto di Goffredo Bettini”, gran burattinaio del Nazareno, il luogo dove sarebbe stato siglato l’accordo tra Pd e Giuseppe Conte sul nome di Manfredi. Condivisione e confronto, predica Lo Russo, “anche per dare la necessaria legittimazione alla proposta che verrà fatta in assemblea tra 20 giorni. A maggior ragione in una fase dove ci sono tante sindache e sindaci eletti da poco, anche in liste civiche, che desiderano sentirsi pienamente parte di questo percorso”. E la dichiarazione di Manfredi sembra essere un modo per “smarcarsi” dai troppo ingombranti padrinaggi.

Ieri, a quanto è dato sapere, ci sarebbe stato anche un incontro tra Manfredi e Elly Schlein, colloquio dal quale l’ex rettore della Federico II e già ministro del governo giallorosso di Conte ne avrebbe ricavato un sostanziale via libera dalla segretaria. Ora resta da capire quanta forza reale abbia il “vento del nord” e, soprattutto, se dietro l’intervento a gamba tesa di Sala vi sia un fronte compatto di sindaci. Qualora non si arrivi a una decisione condivisa su un solo nome resta sempre in campo l’ipotesi di una conta interna al centrosinistra – che per numero di amministratori è ancora largamente maggioritario all’interno dell’associazione – alla vigilia dell’assemblea: una riedizione di quanto successe nel 2011 a Brindisi, quando il Pd si presentò spaccato tra Michele Emiliano, all’epoca sindaco di Bari, e Graziano Delrio, allora primo cittadino di Reggio Emilia.

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