"Torino non è una città per giovani, trend inarrestabile"

Torino non è una città per giovani. A lanciare l'allarme è l'Accademia delle Scienze di Torino, che il 5 novembre alle 17,30 presenta in Sala Mappamondi la ricerca condotta dall'Osservatorio 21 sul tema "Capitale Umano per lo sviluppo dell'area metropolitana torinese". Realizzata nel 2023 dal sociologo e ricercatore Luca Davico e dal docente e saggista Giorgio Donna, viene presentata nel corso di un confronto tra il presidente dell'Accademia delle Scienze, Marco Mezzalama, il professor Pietro Terna, già presidente del Collegio Carlo Alberto e gli autori della ricerca i docenti Luca Davico e Giorgio Donna. Il dato più allarmante è che i giovani a Torino sono in calo costante, specie nella fascia d'età 25-44 anni. Un trend che appare inarrestabile, in 10 anni sono calati del 18%, complice la denatalità, ma anche l'incapacità del territorio di essere attrattivo per gli under 45, che preferiscono spostarsi in altre città italiane o all'estero. Eppure Torino ha due atenei che attraggono giovani anche da fuori: il Politecnico è primo in Italia per percentuale di studenti extra regionali, in molti neolaureati, circa il 40%, decidono però di trasferirsi altrove, specie in Lombardia, in Emilia-Romagna. Un fenomeno che i ricercatori dell'Osservatorio 21 hanno definito emorragia di neolaureati: per percentuale di laureati tra i residenti 25-30enni, Torino vent'anni fa occupava il sesto posto tra le città metropolitane italiane, dieci anni fa era scesa all'ottavo posto, oggi si attesta al dodicesimo posto, precedendo ormai solo tre città metropolitane: Venezia, Palermo e Catania. "Torino, storicamente uno dei poli industriali e culturali più influenti d'Italia, è oggi chiamata a rispondere a un profondo cambiamento proponendo un modello economico e sociale orientato alla valorizzazione del capitale umano, come risorsa fondamentale per affrontare le sfide del futuro" sottolinea Marco Mezzalama, presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino.

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