FASCE TRICOLORI

Anci cambia Pella e torna Napoli

L'onorevole di Biella entra al Lingotto Fiere di Torino con i galloni di numero uno ma perde la carica di vicario che va al compagno di partito, Silvetti, prediletto da Tajani. E l'ex berlusconiano di Giaveno, ora in Azione, stappa una bottiglia

Fine corsa. L’assemblea dell’Anci in corso a Torino che incoronerà Gaetano Manfredi sarà, con ogni probabilità, l’ultima con un ruolo di vertice per Roberto Pella. L’onorevole di Forza Italia, sindaco di Valdengo, nel Biellese, è stato il vicario durante il mandato del collega di Bari Antonio Decaro e ha traghettato l’associazione delle fasce tricolore dopo il suo trasloco a Bruxelles. È dal 1999 che il deputato azzurro fa parte di Anci, prima nel Consiglio nazionale, poi come vicepresidente (a partire dal 2014) e infine da vicario, dal 2017. Insomma, in via dei Prefetti è di casa, al punto che c’è chi lo canzona, “ormai fa parte della tappezzeria”.

Un percorso parallelo a quello di un altro piemontese a lungo suo compagno di partito in Forza Italia e poi nel Pdl, Osvaldo Napoli. L’ex parlamentare è entrato in Anci all’inizio degli anni Novanta, quando era primo cittadino di Giaveno e sgomitava in cerca di una ribalta nazionale, all’alba della Seconda repubblica. Nel 1995 diventa vicepresidente e ci rimane fino al 2011 quando, dopo la fine del mandato di Sergio Chiamparino, prende in mano il timone come facente funzioni per consegnare le chiavi dell’associazione a un altro corregionale, Piero Fassino. Dal 2008 è anche al vertice di Ancitel, la controllata che si occupa di servizi telematici e oggi, spaccate le ottanta primavere, si appresta a un grande rientro: di nuovo vicepresidente, questa volta in quota centrosinistra sotto le insegne di Azione. 

Di tutt’altro umore è Pella, giubilato da Antonio Tajani in favore del sindaco di Ancona Daniele Silvetti, figura emergente tra i berluscones che lo sostituirà nel ruolo di vicepresidente vicario. Pella, al secondo mandato da parlamentare, paga la sua vicinanza al vecchio corso, targato Licia Ronzulli, e anche il rapporto mai disteso con un altro biellese eccellente, il ministro Gilberto Pichetto. Dovrebbe però rimanere nell'ufficio di presidenza con il ruolo di vicepresidente semplice. Pare che dopo ore di trattative, per tenerlo dentro le vicepresidenze siano passate, per magia, da dodici a tredici.