Unità e collaborazione tra istituzioni. Mattarella parla ai sindaci perché la politica intenda
21:00 Mercoledì 20 Novembre 2024Nel discorso pronunciato all'assemblea dell'Anci di Torino messaggi chiari a partiti e governo. Di fronte agli scontri il richiamo al "dovere repubblicano". Senza tralasciare l'autonomia. L'invito ad "adoperarsi per far tornare la partecipazione al voto"
Parla ai sindaci perché la politica intenda. Sergio Mattarella dal Lingotto di Torino interviene alla all’assemblea dell’Anci ma manda precisi messaggi a partiti e governo. Il Capo dello Stato lo fa alla sua maniera, scegliendo temi e toni istituzionali, evitando di entrare direttamente nelle polemiche, senza però sfuggire dai principali nodi dell’attualità. Accolto da Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, eletto questa mattina all’unanimità nuovo presidente dell’Associazione nazionale Comuni Italiani, e salutato con un lungo applauso dai tanti sindaci presenti in sala, tutti con la fascia tricolore addosso, il presidente della Repubblica ha ricordato che “il ruolo dei Comuni è cruciale, così come la loro funzione di rappresentare le attese delle rispettive comunità, partecipando alle scelte che coinvolgono le sorti delle rispettive popolazioni. I Comuni sono l’espressione più emblematica delle diversità italiane, simbolo della libertà e dell’unità del nostro Paese. I costituenti vollero porre l’autonomia dei Comuni come perno di un pluralismo sociale e istituzionale”. Autonomia nell’unità, per chi ha orecchie da intendere. Il capo dello Stato ha poi proseguito: “Libertà e pluralismo come vettori di uno sviluppo della nuova Italia. Un’Italia in cui la partecipazione alle elezioni – dopo l’epoca dei podestà nominati dal regime – rendeva i cittadini protagonisti effettivi. Anche per questa ragione, occorre adoperarsi, culturalmente e politicamente, perché la partecipazione al voto torni a salire”. Un impegno impellente a fronte della bassa influenza registrata anche nell’ultima tornata elettorale.
In un altro passaggio del suo discorso, l’inquilino del Quirinale ha detto che “l’Anci vive una nuova tappa della sua storia. Con le sfide di oggi, con problemi sui quali ci si adopera da tempo, con il testimone che rappresenta il percorso compiuto negli anni dalla variegata schiera degli amministratori dei Comuni italiani. A tutti gli amministratori locali, dal Comune più piccolo alle aree metropolitane, va la vicinanza e l’apprezzamento della Repubblica per il loro impegno. La democrazia dei Comuni, la più vicina ai cittadini, è la radice basilare della democrazia del nostro Paese. Costituisce la prima linea delle istituzioni della Repubblica. Averne cura, farla crescere nella partecipazione, dare prova di un esercizio dei poteri efficace, rispettoso della libertà del confronto, è condizione di salute per l’Italia”.
Davanti al perdurante scontro tra istituzioni e poteri dello Stato, il monito del Colle è chiaro: “La collaborazione tra istituzioni è un dovere repubblicano. Con chi costruire l’Italia dei prossimi decenni, opera che richiede partecipazione corale e diffusa, concordia tra le istituzioni, convergenza delle istanze popolari, se non con i Comuni? La concordia è necessaria di fronte alle emergenze, purtroppo divenute frequenti. Quando viene aggredito il principio di legalità. Davanti a minacce al funzionamento e alla dignità delle istituzioni” ricorda poi il presidente della Repubblica. Proseguendo, ancora, Mattarella ha ricordato come “i Comuni sono uno snodo di programmazione e di rilancio dell’intero sistema Paese. L’unità del Paese trova oggi nelle aree interne e montane, delle isole minori, dei borghi resi periferie, un aspetto di fragilità, per la rarefazione dei servizi, lo smantellamento di infrastrutture realizzate con sacrificio in passato, come le linee ferroviarie definite minori, con danno ulteriore, un tema, questo, non eludibile da chi ne ha la responsabilità. Si tratta di luoghi che soffrono di una marginalizzazione che mette a rischio il futuro di tante parti d’Italia e già oggi incide negativamente sui diritti di cittadinanza dei suoi abitanti, quelli che il presidente della Consulta, Leopoldo Elia, definiva cittadinanza sostanziale. La Repubblica non può abbandonare territori e popolazioni così essenziali alla propria integrità e identità. Parliamo di spazi che occupano il 60% del suolo italiano, dove vivono complessivamente 13 milioni di concittadini”.
Lo sguardo deve allargarsi oltre i confini nazionali. “L’Europa unita è il nostro spazio vitale. Lo spazio politico e istituzionale che ci consente una crescita futura. Il futuro dei cittadini europei dipenderà dal coraggio delle scelte che il Consiglio e il Parlamento europeo sapranno fare. L’Unione Europea, con la svolta del piano Next Generation e del Green deal, ha dato prova di comprendere la necessità di rapidi passi avanti” ha continuato il capo dello Stato, aggiungendo: “I Comuni sono oggi al lavoro nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attività che vede in campo rilevanti risorse messe a disposizione dall’Unione. Come sempre, il tema è quello delle somme disponibili e delle opzioni di spesa conseguenti, che il Parlamento consegna al governo con la legge di Bilancio. Come è naturale, le scelte che i governi nazionali hanno fatto a Bruxelles con il Patto di stabilità si riflettono sui Comuni. Non possiamo dimenticare che questi ultimi, in prima linea nel rapporto con i cittadini, sono chiamati a sovvenire ai bisogni più immediati e elementari della popolazione”. Mattarella si è poi rivolto al presidente Anci Manfredi: “Lei ha indicato sette punti di un’agenda di confronto che non possono essere evasi: dalla casa ai servizi sanitari, ai servizi per le aree interne, alla sicurezza, ai trasporti e alla sostenibilità ambientale, ai giovani, alla finanza locale. I Comuni, nell’ambito della spesa della Pubblica Amministrazione, risultano virtuosi. Lo riconoscono tutti i parametri di valutazione. Non posso che auspicare una interlocuzione fruttuosa”.
“Le materie rientranti nelle funzioni fondamentali degli Enti locali non sono suscettibili di devoluzione a livelli di governo diversi dagli stessi Comuni” ha detto tra le altre cose Mattarella. Il Capo dello Stato ha voluto anche “rivolgere un pensiero ai sindaci che ci hanno lasciati nel corso del loro mandato: un nome per tutti, quello di Mirella Cerini, sindaco di Castellanza, colta da un malore al termine della cerimonia del 25 Aprile e morta con indosso la fascia tricolore”.
A nome di tutti i sindaci, Manfredi ha stretto Mattarella “in un grande e caloroso abbraccio. Lei, garante della Costituzione e custode del valore primario dell’Unità nazionale, è un sicuro riferimento morale e istituzionale per il nostro impegno di sindaci. In ogni occasione sappiamo di poter contare sulla sua attenzione e sul suo sostegno” ha detto il sindaco di Napoli nella relazione di apertura, come presidente dell’Anci. “L’abbiamo sentita sempre vicino, anche fisicamente, con la presenza e la testimonianza concreta, nei momenti di difficoltà e nel lavoro quotidiano, nelle giornate drammatiche e nelle occasioni di feste e di celebrazione. Signor presidente, i sindaci hanno sempre ricavato dal suo esempio l’energia e l’entusiasmo che sono necessari per rappresentare, proprio nel lavoro quotidiano, i valori repubblicani e l’orgoglio del servizio per il bene dell’Italia” ha concluso.