GLORIE NOSTRANE

Salva Milano, la "stecca" di Bonelli

Intervenendo alla Camera contro il decreto che punta a sbloccare l'impasse urbanistico nel capoluogo lombardo, il deputato verde strazia "Il ragazzo della via Gluck". Un "inno contro la speculazione", spiega l'emulo del Molleggiato - Guarda il VIDEO

In Aula si discute del cosiddetto decreto “Salva Milano” e Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e portavoce di Europa Verde, si mette a cantare un pezzo de “Il ragazzo della via Gluck”, la celebre canzone di Adriano Celentano. La ragione di questa estemporanea e inusuale esibizione canora, ha spiegato il parlamentare, è per contestare un provvedimento che a suo giudizio, “stravolge le città”.

“Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck, in una casa fuori città. Gente tranquilla, che lavorava. Là dove c’era l’erba ora c’è una città”, ha gorgheggiato tra i complimenti del presidente di turno, Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia che l’ha però invitato a mettere fine all’esibizione. “La ringrazio. Non tanto, però, mezzo tono l’ho sbagliato”, ha concluso Bonelli per poi passare a spiegare il significato del brano: “È una grande canzone che racconta la speculazione edilizia nelle nostre città”. Successivamente è tornato in argomento affermando che “ci troviamo di fronte a una norma che, di fatto, stravolge le città. È una nuova norma che verrà applicata in tutte le città italiane. Comprometterà gli assetti territoriali e urbanistici di tutte le città italiane. Vi rendete conto di cosa state facendo? È un grande regalo alla rendita immobiliare e fondiaria di questo Paese, alla speculazione immobiliare”.

La norma, nata da un’inusuale convergenza tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il leader e ministro della Lega Matteo Salvini, ha come obiettivo quello di superare l’impasse sull’urbanistica milanese, a causa delle numerose inchieste per abusi edilizi e altri reati a carico di progettisti, costruttori e funzionari comunali su alcuni sviluppi immobiliari in città, effettuati con la Scia (una semplice dichiarazione di avvio della realizzazione) anziché con un piano attuativo come, secondo la procura di Milano, prevederebbe la legge. Il provvedimento – su cui sono favorevoli centrodestra e Pd – dà un’interpretazione “autentica” della Legge urbanistica del 1942 (con successive modifiche), autorizzando, senza un piano attuativo preventivo, l’edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, nonché la sostituzione (con demolizione) di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati, che produca altezze superiori a quelle che c’erano prima, e superiori anche a quelle attualmente esistenti.

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