POLITICA & SANITÀ

"Piano sociosanitario entro l'estate". Il Piemonte lo aspetta da vent'anni

Entro febbraio la bozza del nuovo atto di programmazione, poi il voto sotto l'ombrellone. Gli ambiziosi obiettivi dell'assessore meloniano Riboldi. Calendario (dell'Avvento) anche per i futuri ospedali. Discussione col predecessore Icardi sull'ospedale di Settimo Torinese

A febbraio la bozza ed entro l’estate il testo in aula per il voto. È un cronoprogramma tanto ambizioso quanto, ovviamente, da verificare all’atto pratico quello che l’assessore Federico Riboldi ha annunciato in Commissione Sanità per il nuovo piano sociosanitario che il Piemonte attende ormai da troppi anni. 

La necessità di questo strumento di programmazione e organizzazione è fuori discussione, così come, pur con la parziale giustificazione della lunga emergenza Covid, sono evidenti i ritardi e gli stalli nella precedente amministrazione, ma anche in quella ancora prima con il centrosinistra al governo sotto la presidenza di Sergio Chiamparino che, nonostante l’uscita dal piano di rientro, non mosseun passo verso il nuovo piano. Anzi, proprio durante quella legislatura nell’ambito del lungo commissariamento della sanità piemontese con la famigerata delibera 1-600 si mise pesantemente mano al sistema, con tagli di cui si paga lo scotto ancora oggi. Un atto che, pur intervenendo sulla programmazione, in virtù del piano di rientro, eluse nei fatti la discussione nell’assemblea legislativa, ovvero l’esatto opposto di quanto dovrà accadere ora. 

“Attendiamo, ancora una volta, sperando che non si tratti delle solite promesse da marinaio alle quali ci ha abituati il centrodestra” punzecchia la capogruppo del M5s Sarah Disabato. E prosegue: “Secondo gli intenti della giunta Cirio, il Consiglio regionale avrebbe dovuto approvare il piano entro un anno dall’istituzione di Azienda Zero, avvenuta nel 2021. Nel 2022 niente da fare. Nel 2023 nemmeno. Ad ottobre di quell’anno chiedemmo in Aula dove fosse finito il piano, Icardi ci rispose che il documento sarebbe stato pronto per gennaio del 2024. Annunci da campagna elettorale, nient’altro. Siamo a novembre, l’anno è quasi finito”. Insomma, che sia la volta buona? Tre mesi non sembrano molti per predisporre la bozza del piano, ma questa è l’agenda dettata dall’assessore. Leggi il piano

Intanto l’audizione di stamane è stata anche l’occasione per aggiornare le informazioni sull’edilizia sanitaria e, più precisamente, i piani per la costruzione dei nuovi ospedali. Anche su questo tema gli obiettivi temporali sono piuttosto ravvicinati, ma come la vicenda della futura Città della Salute di Novara con gli ormai innumerevoli rinvii e annullamento di gare per mancanza di concorrenti, la cautela non è mai troppa. Dopo la decisa svolta verso l’Inail, a scapito del partenariato pubblico-privato, per realizzare i nuovi ospedali nel novero oltre a quello di Cuneo, per cui la decisione è già stata assunta e contro la quale pende un ricorso presentato dall’impresa costruttrice del Gruppo Dogliani, nelle slides portate da Riboli in commissione figura anche il futuro nosocomio di Alessandria, indicato con un asterisco, visto che si è ancora in attesa della valutazione di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sulla proposta di partenariato avanzata all’azienda ospedaliera diretta da Valter Alpe.

“Purtroppo, sui nuovi ospedali mancano ancora molte informazioni sui costi di bonifiche, terreni e sui tempi e manca la trasparenza sulle priorità politiche – osserva dal Pd il vicepresidente della Quarta Commissione Daniele Valle – e le scarne indicazioni fornite in commissione indicano chiaramente che alcuni vanno più veloci, altri invece sono decisamente più indietro. Questo – si chiede il consigliere dem - risponde a scelte politiche o soltanto al caso?”.  Non l’unico interrogativo, questo. E neppure solo dall’opposizione. Su un’ulteriore questione, quella dell’annunciato acquisto da parte della Regione tramite l’Asl To4 dell’ospedale di Settimo Torinese, illustrata da Riboldi, più d’una perplessità è arrivata proprio dal suo predecessore, il leghista Luigi Icardi. Quest’ultimo non ha nascosto forti dubbi sull’operazione di acquisizione di tutte le quote della società Sapa, formata dalla stessa Asl To4, Asl Città di Torino, Comune di Settimo e cooperativa Frassati, gravata da circa 15 milioni di debito che, per Icardi, non è solo della Regione e quindi dovrebbero essere anche gli altri a sobbarcarselo. Nella discussione compare pure la citazione del codice civile dove si prevede che sia nullo il patto con il quale uno o più soci siano esclusi da ogni partecipazione agli utili e alle perdite.

"Ho fatto di tutto per mantere attivo l’ospedale di Settimo, compreso l’acquisto dei muri per 26 milioni", ricorda Icardi il quale tuttavia non nega i forti dubbi sull'acqusto, per 15 milioni, di una società che ha debiti per la stessa cifra, senza considerare che anche altri soci oltre alle asl dovrebebro essere chiamatu farsi carico delle perdite. Questione ancora da dirimere, insomma, tra accollamento del debito e acquisto di una società che in pancia quel debito lo ha. 

Su questo tema la divisione pare, insomma, più all’interno del centrodestra e in particolare tra l’ex e l’attuale assessore che non tra maggioranza e opposizione, visto che è ancora Valle a dire che “l’obbiettivo di salvaguardare e implementare le attività dell’ospedale di Settimo è assolutamente condiviso e l’impegno finanziario della Regione è un nuovo passo importante per mantenerlo pubblico, dopo l’acquisizione dell’edificio, salvaguardando lavoratori e servizi al riparo da polemiche politiche”.

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