ECONOMIA DOMESTICA

La Lombardia non è più la locomotiva, Piemonte a traino del convoglio Italia

Si comprano e vendono sempre meno auto e la crisi del settore in Germania fa crollare anche l'export. Chiusa la sbornia del Superbonus, i cantieri del Pnrr salvano l'edilizia. Male l'industria, ma l'economia resta in positivo (+0,4%) nei primi sei mesi. L’analisi di Bankitalia

Se la Lombardia non è più la locomotiva d’Italia, il Piemonte le fa compagnia tra i vagoni in mezzo al convoglio. Nei primi sei mesi del 2024 la regione subalpina cresce esattamente quanto i cugini d'Oltreticino: dello 0,4% su base annua, dato in linea con la media nazionale e del Nord Italia.

È un Piemonte che continua a crescere, seppur di poco e meno del 2023 (chiuso col +0,9%) per la gran parte degli indicatori, ma che si mantiene in territorio positivo e “non è drammatico” nonostante l’industria vada male, spiega a margine della presentazione il direttore della sezione torinese di Palazzo Koch Lanfranco Suardo.

Tutti i settori industriali risentono del tonfo delle esportazioni: nei primi sei mesi sono calate del 4,6%, in particolare quelle dell’automotive, crollate del 18,6%: un terzo di questo calo è dovuto alla diminuzione della domanda tedesca. Calano anche il tessile e il settore dei beni strumentali. Il calo dell’automotive si registra nella crescita del ricorso alla cassa integrazione.

Non si registra un calo delle ore lavorate nel settore costruzioni che vede una stabilizzazione dell’attività, coi lavori relativi al Superbonus che nel secondo e terzo trimestre del 2024 si azzerano ma vengono sostituiti dagli investimenti pubblici, che continuano a crescere. Sono pari a 3 miliardi di euro di gare bandite per il Pnrr in Piemonte, che conta il 57% dei lavori relativi al Next generation Eu cominciati o conclusi, dato migliore del Nord (52%) e della media nazionale (49%), ha spiegato la direttrice dell’Analisi e ricerca economica della filiale torinese Cristina Fabrizi. Più in generale, il saldo tra nuove posizioni lavorative e posti persi è positivo, ma peggiore rispetto al 2023.

Restano in positivo i servizi, in particolare quelli ad alto valore aggiunto per le imprese. Tiene anche il turismo: i dati provvisori dell’Osservatorio regionale registrano di un aumento, in particolare degli stranieri, per un settore che già l’anno scorso superava i livelli pre-Covid.

Guardando nelle tasche dei piemontesi, i redditi reali delle famiglie tornano a salire (+2,2%) grazie alla crescita dei redditi nominali ma soprattutto dal forte rientro dell’inflazione, stimata allo 0,7% nei primi sei mesi del 2024 mentre nel 2023 era stata in media sopra il 6%. Ma i consumi restano stagnanti, con un calo nell’acquisto di beni durevoli, in particolare di auto. Per comprarsi una vettura cala anche il ricorso al credito al consumo, che comunque segna un +4,5% nei primi sei mesi. La metà del risparmio dei piemontesi è ormai gestito dai fondi comuni di investimento (Oicr), che crescono dell’8,2%. In forte crescita l’investimento in titoli di Stato (+31,8%) nel portafoglio dei piemontesi. 

Per quanto riguarda il terzo trimestre, rilevato dagli economisti di Bankitalia con lo stimatore “Regio-coin”, ci si aspetta un peggioramento. Le previsioni per il futuro prossimo non sono poi diverse: per la fine 2024 e l’inizio del 2025 si delinea un quadro improntato al pessimismo nell’industria, senza una significativa ripresa degli investimenti, mentre la fiducia resta moderata nei servizi e nelle costruzioni. Consumi e investimenti resteranno deboli, anche se per quanto riguarda gli investimenti gli analisti di Bankitalia sperano che un taglio del costo del denaro da Francoforte e l’arrivo di nuovi incentivi alla transizione possano far rialzare la testa alle imprese.

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