Sciopero generale, a Torino attesi in migliaia dal Piemonte

I lavoratori e i pensionati di tutto il Piemonte scenderanno in piazza a Torino venerdì 29 novembre, giornata dello sciopero generale indetto in tutto il Paese da Cgil e Uil per chiedere al governo di cambiare la manovra finanziaria. Il corteo partirà alle ore 9 da piazza XVIII Dicembre e arriverà in piazza Castello. Le modalità e le ragioni dell'iniziativa sono state illustrate dai segretari generali di Cgil e Uil Piemonte, Giorgio Airaudo e Gianni Cortese. "In vista dello sciopero in Piemonte - hanno spiegato - ci sono state quasi 2.000 assemblee. Da tutta la regione partiranno per Torino 52 pullman". Il comizio conclusivo sarà tenuto dalla segretaria nazionale Uil Vera Buonomo, dal palco interverranno anche Airaudo e delegate e delegati metalmeccanici, della sanità, del terziario e dei trasporti. "Scenderemo in piazza perché con stipendi da 900 euro al mese e lavoro intermittente non si regge il sistema pensionistico. Nel piano strutturale si apre la finestra di 70 anni per le pensioni, in questo l'incentivo ai dipendenti pubblici per restare al lavoro fino a 67 anni è un segnale preoccupante. L'attuale situazione sul precariato ci testimonia che non si può vivere soltanto di set cinematografici e di eventi che creano lavoro a tempo, part time o a chiamata. I somministrati fanno fatica a mobilitarsi e fuoriescono dalle statistiche. Ci aspettiamo una risposta importante di mobilitazione in piazza da parte di tutti i territori" ha detto Airaudo. "Lo sciopero del 29 novembre - ha spiegato Cortese - ha l'obiettivo di cambiare la manovra di bilancio che assolutamente non ci soddisfa. Servono risposte sui salari e un intervento sulle pensioni, c'è da finanziare la sanità con percentuali superiori al 6,2% del Pil, ben lontane dal 10% investito in media dai principali Paesi europei. C'è bisogno di potenziare l'istruzione, mentre nella legge di bilancio si tagliano 7 mila posti tra insegnanti e personale Ata, manca completamente una strategia sulle politiche industriali in una situazione di pesanti transizioni che mettono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro".

 

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