Eredità Agnelli, i segreti di Franzo. Sequestrate carte della Dicembre
15:03 Martedì 26 Novembre 2024Pperquisizioni negli studi Grande Stevens di Torino e Roma. La procura cerca prove dei passaggi di quote della cassaforte con cui John Elkann controlla Stellantis e l'intero impero. Nel mirino trasferimenti "fittizi" che potrebbero rimettere in ballo le successioni
Nuovi sviluppi nell’indagine sull’eredità Agnelli. La guardia di Finanza, su ordine della procura di Torino, ha perquisito ieri lo studio dell’avvocato Franzo Grande Stevens, a lungo legale di Gianni Agnelli e con Gianluigi Gabetti componente del “gran consiglio della corona” della dinastia, nonché esecutore testamentario dell’Avvocato. Durante la perquisizione, estesa anche alla sede romana, gli uomini delle fiamme gialle hanno sequestrato numerosa documentazione relativa alla fiduciaria Gabriel, gestita da Grande Stevens per conto della famiglia Agnelli. In particolare, nel mirino degli inquirenti c’è la “declaratoria” relativa alla composizione e struttura della cassaforte di famiglia, da cui a cascata dipende il controllo di tutto l’impero, presentata il 30 giugno 2021 e depositata nell’Ufficio del registro delle imprese.
Nel comunicato diffuso dal procuratore capo Giovanni Bombardieri si sottolinea come la disamina della “considerevole mole di documentazione già acquisita”, abbia “progressivamente permesso di raccogliere plurimi e convergenti elementi indiziari circa la stabile residenza in Italia, almeno a partire dal 2010”, di Marella Caracciolo, vedova di Gianni, “disvelando ‘'esistenza di un'articolata e condivisa strategia preordinata a rappresentare, sotto il profilo strettamente formale”, la sua residenza elvetica. Su tali basi e già stato eseguito, nello scorso mese di settembre, un maxi-sequestro da 74,8 milioni di euro nei confronti dei fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre che di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus e commercialista della famiglia Agnelli-Elkann, e di Urs Robert Von Grunigen, notaio esecutore testamentare di Marella Caracciolo, moglie di Gianni. L’accusa della procura di Torino è di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. Insomma, I pm contestano non solo la residenza in Svizzera, acquisita negli anni Settanta e confermata anche quando l’età e la malattia non le consentivano più di lasciare Torino, ma ravvisano una precisa strategia attuata per sottrarre l’asse ereditario dal fisco italiano.
Questa ulteriore fase delle indagini ha portato gli inquirenti a focalizzare l'attenzione sulle operazioni che – dal maggio 2004 al febbraio 2019 – hanno determinate la variazione della composizione della compagine sociale della Dicembre. In tale contesto i contratti con i quali Marella Caracciolo ha ceduto, nel maggio 2004, ai nipoti Elkann la nuda proprietà di circa il 40% delle quote della predetta società, riservando per se il diritto di usufrutto, “sono risultati, secondo la prospettazione accusatoria, affetti da anomalie, tanto sotto il profilo documentale (poiché la documentazione di riferimento e risultata carente degli originali, incompleta, alterata o falsificata) quanto sotto quello della regolamentazione dei rapporti finanziari tra le parti (essendo emersi indizi concreti circa l’assenza dell’effettivo pagamento del prezzo delle quote), con conseguente ricostruzione della reale titolarità, nel tempo, quote della Dicembre Società Semplice che, ai fini della contestazione oggetto del presente procedimento penale, potrebbe condurre a determinare una maggiore imposta sulle successioni e donazioni (nell’ambito del reato di truffa in danno dello Stato)”. Irregolarità che sarebbero state commesse dai professionisti incaricati delle procedure, tra i quali spicca il nome del notaio torinese Remo Morone, finito sul registro degli indagati: a lui, in concorso con il commercialista Ferrero, viene contestata lapresunta falsificazione di un atto della Dicembre, retrodatato rispetto alla sua effettiva sottoscrizione.
È stata invece la “Gabriel fiduciaria” ad aver operato nel maggio 2004 alla compravendita delle quote della società semplice Dicembre che assicurava all’Avvocato, e ora a suo nipote John Elkann, la primazia nell’accomandita di tutti gli eredi Agnelli – la Giovanni Agnelli B.V. – e attraverso di essa dell’impero Exor. Nel 2004 la vedova di Gianni, Marella Caracciolo, avrebbe ceduto la nuda proprietà del 42,8 per cento delle azioni di Dicembre – ottenute dal patto successorio con la figlia Margherita – ai nipoti, mantenendone l’usufrutto. L'acquisto di una parte di quote della società sarebbe stata fittizia perché non ci sono tracce dei pagamenti da parte dei tre fratelli e si riscontra una serie di incongruenze anche sulla natura dei rapporti intrattenuti da Marella Caracciolo con la società, in alcuni documenti dice di avere l'usufrutto e in altri la nuda proprietà della Dicembre. Se si dovesse chiarire che le quote sono passate agli Elkann sia senza una vendita sia senza una dotazione, l'assetto societario potrebbe essere nuovamente messo in discussione e una parte delle azioni passare all'unica legittima erede, Margherita Agnelli. Secondo l’esposto di Margherita Agnelli ai pm torinesi Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti, tali atti di compravendita sarebbero nulli così come – a suo dire – non ci sarebbero le prove del pagamento della vendita da parte dei nipoti alla nonna. Ipotesi che sembrerebbero trovare conferma.