MUMMIE & POLITICA

Scazzo Egizio tra Giuli e Crosetto, Christillin manda ai pazzi FdI

Il rinnovo della Signora degli A(g)nelli alla presidenza del museo ha fatto incazzare il ministrone della Difesa. "Ci dà sempre contro" ha tuonato, ma il problema è che il pifferaio del Collegio Romano non gli ha chiesto il permesso. Per la Meloni va bene così

Un colpo di mano inatteso che ha colto in contropiede tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia. In Piemonte, ma non solo. È diventato un caso politico la conferma di Evelina Christillin al vertice del Museo Egizio di Torino. Una nomina che il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato poche ore prima le celebrazioni per i duecento anni, presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Forse ignorava le querelle del passato, il tentativo fallito di bloccarne la nomina, già nel 2021, da parte dell’assessore regionale Maurizio Marrone, senza contare quel faccia a faccia tra il direttore Christian Greco (sempre difeso da Christillin) e Giorgia Meloni su un’iniziativa del museo. A farsi portavoce di tanto malessere è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che si è lamentato con Giuli per la mancata condivisione di questa scelta. Lui avrebbe replicato di averne parlato con il sottosegretario Andrea Delmastro, altro uomo forte di FdI in Piemonte. Una storia che a quanto dice allo Spiffero l’inquilino di Palazzo Baracchini è stata “molto romanzata”. Eppure conferma che lo scazzo c’è stato, anche se lui ora dice “per me è finito lì”.  

Secondo altre fonti, invece, i due dalla scorsa settimana non si parlano più e lo scontro sarebbe stato talmente aspro da richiedere l’intervento delle sorelle Meloni. Arianna ha sedato la rivolta di mezzo partito, Giorgia pare abbia rassicurato Giuli e chiuso la questione. Crosetto considera Christillin – presidente dell’Egizio dal 2012 – particolarmente prevenuta verso FdI, addirittura ostile. Sa che la Signora degli A(g)nelli è sempre stata se non organica piuttoso attigua al centrosinistra, era stata indulgente con Chiara Appendino, ma si è sempre considerata una riserva di lusso della sinistra.

Una settimana fa Giuli ha confermato Christillin fino al 2028. Nei mesi scorsi si erano mobilitati per chiedere che Christillin restasse almeno fino al 2025 il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il sindaco Stefano Lo Russo, i soci fondatori del museo, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Crt. Non è un mistero infatti che il predecessore di Giuli, Gennaro Sangiuliano, avesse in animo di non silurare Christillin, nonostante la scadenza, a giugno del prossimo anno anche del direttore Greco esponesse la Fondazione al rischio di sbandate. È su Greco nelle ultime ore in via del Collegio Romano si sarebbero aperte riflessioni, smentendo in parte i complimenti che un altro fratello, il presidente della Commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, gli ha rivolto mentre lo insigniva di un riconoscimento del parlamento. Sarà il suo scalpo a finire sul tavolo per placare le ire meloniane? Chissà.