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Cairo: "Potrei vendere il Toro" (speriamo lo faccia in fretta)

Una buona notizia per i tifosi granata: per la prima volta il presidente non esclude la cessione del club "se ci fosse uno più ricco di me". Le voci sull'interessamento di Red Bull e le smentite del giorno dopo. "Costi troppo alti, oggi il calcio è insostenibile"

È la prima volta che non esclude la possibilità. “Ho preso il Torino 19 anni fa quando stava fallendo – ricorda Urbano Cairo – ma non voglio rimanere a vita e ci sta passare la mano ad un certo punto”. Mai come quest’anno il presidente del Toro è finito nel mirino di un’ampia frangia della tifoseria, “Cairo vattene” sono forse le due parole più ripetute in curva, mentre le voci di una cessione si affastellano giorno dopo giorno. “Io non voglio restare a tutti i costi – prosegue il patron granata – ma vorrei che nel momento in cui decidessi di vendere ci fosse uno più ricco di me, allora mi farò da parte”. Parole pronunciate all’evento Sport Industry Talk di Rcs, di scena al Maxxi di Roma. Nei giorni scorsi alcuni retroscena hanno parlato di imprenditori, colossi internazionali o fondi arabi interessati all'acquisto, ma il presidente si è sempre affrettato a smentire ogni ipotesi di questo tipo.

Poi Cairo ha parlato delle tensioni nel mondo del calcio in vista delle elezioni federali, che – notizia di qualche giorno fa – potrebbero vedere addirittura Alessandro Del Piero candidato per la presidenza della Figc. “A volte le tensioni sono legate a rapporti personali, ci vorrebbe una maggiore unità di intenti e strategie chiare che coinvolgano tutto il movimento – afferma Cairo –. È molto importante avere unità”.

Poi prosegue sul terreno che gli è più congegnale, quello dei conti. “Il calcio è prima di tutto una grande passione, negli ultimi anni però pur essendo cresciuti i ricavi sono cresciuti ancora di più i costi. Oggi il calcio, in Italia ma anche all’estero, non è più sostenibile”. E chissà che non sia questo il motivo per cui, nonostante la sua “grande passione”, stia seriamente prendendo in considerazione l’idea di vendere.  “Il calcio – conclude – paga lo scotto che i governi fanno fatica a dare una mano per paura di essere criticati. Ma il calcio dà una contribuzione fiscale molto importante – ha aggiunto – e occupa centinaia di migliaia di persone. Per cui penso che vada aiutato e ci sono molti modi per farlo, ad esempio con il tax credit come è stato fatto per il cinema. Magari nello sviluppo dei giovani”, ha detto Cairo prima di passare al tema degli stadi. “Se pensiamo ai 140 miliardi spesi per l’ecobonus che ha riguardato solo il 4% della popolazione, ebbene con il 2% pensiamo a quanti stadi si potevano mettere apposto”.