LA SACRA RUOTA

Auto in Europa, guida la Lombardia. Piemonte sul sedile del passeggero

Fontana e il suo assessore Guidesi al volante dell'Alleanza tra le Regioni europee sedi di stabilimenti. "Tutelare il lavoro per una transizione equa". Prevale il "sistema lombardo" sulla vecchia carrozzeria sabauda, poco capace a fare lobbing

Al volante la Lombardia e il Piemonte, nonostante i galloni di ex capitale italiana dell’auto si accomoda sul sedile del passeggero. Non basta la gloriosa storia di Torino per far giocare alla Regione guidata da Alberto Cirio un ruolo da protagonista sullo scacchiere europeo dove si decide il destino di un settore in profonda trasformazione. Una transizione del settore auto che non lasci a piedi industria e lavoratori: è per questo che è nata l’alleanza europea dell’automotive (Ara) due anni fa a Lipsia, è con lo stesso obiettivo che oggi la Lombardia ha preso la guida dell’alleanza composta dalle 36 Regioni europee dell’automotive.

La presidenza spetterà all’assessore lombardo alle Attività produttive Matteo Guidesi, con il governatore Attilio Fontana che ha parlato di un “protagonismo” della sua regione ai tavoli dell’alleanza, mentre Guidesi enfatizzava il ruolo del "sistema Lombardia" nel salvare l’industria in pericolo. Un bello smacco per il Piemonte che secondo i dati Anfia resta la prima regione italiana sia per valore delle esportazioni, sia per interscambio commerciale complessivo del comparto automotive (19,2 miliardi di euro), mentre Lombardia ed Emilia-Romagna seguono con valore complessivo degli scambi pari a 16,3 e 12,4 miliardi di euro.

Oggi focus è sulle prossime scelte della nuova Commissione europea, che potrebbe rinviare il target net zero del 2035 e favorire altre alimentazioni oltre all’elettrico. Quest’ultimo, un punto cardine per la Lega e quindi per Fontana e Guidesi, che si sono presentati all’assemblea con uno studio sui carburanti rinnovabili e hanno fatto firmare a tutte le regioni una dichiarazione ricca di avverbi e aggettivi sulla "neutralità tecnologica riguardo ai modi di conseguire l'obiettivo della mobilità stradale a zero emissioni" e la "vitale importanza dell'industria automobilistica per la prosperità e la competitività, nonché per la coesione economica, sociale e territoriale, dell'Unione Europea"

Sulla neutralità tecnologica in particolare si sofferma il punto 22 del documento dell’Ara, che parla della "necessità di rispettare l'ampia varietà di situazioni di mobilità e di integrare l'elettrico con le tecnologie alternative, climaticamente neutre dalla produzione all'impiego in linea con la dichiarazione adottata in esito al vertice del G7 Trasporti svoltosi a Milano nel 2024".

Dunque l’idea è di andare avanti con l'endotermico verde e con lo stop al solo elettrico come propulsione alternativa, lasciando le regioni libere di scegliere tra "elettrificazione, idrogeno o combustibili alternativi". L’importante sarà farlo capire alla presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen, che Guidesi non vede l’ora di incontrare: “Il primo passo è quello di farsi ascoltare dalla nuova Commissione affinché i dovuti correttivi possano salvare un settore estremamente importante per la nostra economia", ha sostenuto Guidesi secondo cui “fermare la produzione del motore endotermico avrebbe effetti irreparabili con l'interruzione di molte attività e l'inevitabile perdita di competitività del settore produttivo lombardo, italiano ed europeo a vantaggio di altri competitori sullo scenario globale”, con la Cina in primis. Le Regioni italiane che ne fanno parte dell'Ara sono nove: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria. A queste si aggiungono altre 27 Regioni europee dei più importanti di Germania, Spagna e Francia.

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