EDILIZIA SANITARIA

Ospedali alle calende piemontesi:
gare al palo tra ricorsi e nuovi piani

A Cuneo l'attesa del pronunciamento del Tar sul ricorso blocca il bando per la progettazione. E il Gruppo Dogliani ha chiesto più tempo ai giudici amministrativi. Ad Alessandria si aspetta, da mesi, il parere di Agenas. Gli annunci trionfali di Riboldi e la dura realtà

“La sanità che cresce” è il fiducioso titolo con il quale, pochi giorni fa, l’assessore Federico Riboldi ha (ri)presentato cifre e tempi relativi alla costruzione dei nuovi ospedali. Ma già qualcuna delle numerose slide, con cui è stata illustrata la tabella di marcia, va aggiornata. Perché se la sanità cresce nelle apprezzabili intenzioni e auspici della Regione Piemonte, ancor prima a crescere sono tempi e problemi.

Così non può che apparire nulla più d’una pia illusione quell’indicazione che fissa entro dicembre la gara per la progettazione del futuro ospedale di Cuneo. Per il nuovo Santa Croce e Carle, come si sa, il percorso negli ultimi è stato parecchio accidentato accumulando enormi ritardi su annunci che se fossero stati rispettati si sarebbe a un passo dall’ospitare i primi malati in una struttura che, invece, deve essere ancora progettata. O meglio, ciò è vero in parte, giacché un progetto ci sarebbe, quello proposto dall’impresa Inc del Gruppo Dogliani che si era proposta per il partenariato pubblico-privato, strada che però la Regione con il nuovo assessore meloniano alla Sanità ha deciso di abbandonare imboccando quella che dovrebbe vedere il polo ospedaliero realizzato dall’Inail, così come praticamente tutti o quasi i futuri nosocomi piemontesi. 

Della svolta impressa da Riboldi, sulla base dei pareri negativi degli advisor sul piano Dogliani, si è scritto e discusso molto. Così come è noto il ricorso avanzato al Tar dal grande gruppo cuneese delle costruzioni contro la decisione della Regione. E già questo basterebbe a sollevare dubbi sull’ottimismo trasposto nel cronoprogramma. Ma c’è di più. 

Nei giorni scorsi, quando ancora nel grattacielo della Regione si sperava in un pronunciamento dei giudici in tempi brevi, ecco cadere un’altra tegola mentre sempre più lontana s’intravvede la prima pietra per l’atteso ospedale della Granda. L’impresa esclusa dalla scelta a favore dell’Inail ha chiesto, attraverso i suoi legali, alla magistratura amministrativa ulteriore tempo, non meno di un paio di mesi, per valutare documenti prodotti dalla Regione nelle sue controdeduzioni che non sarebbero stati noti prima al Gruppo Dogliani. In ballo, va ricordato, c’è un’opera da almeno 410 milioni di euro e, prevedibilmente, la battaglia legale non sarà semplice. Certamente già si sa che non sarà breve, come attesta la richiesta avanzata e ottenuta dall’impresa che aveva proposto e s’era vista fino a un certo punto accettare il partenariato. 

Nel frattempo Riboldi ha dato indicazioni all’azienda ospedaliera di predisporre la gara per la realizzazione del progetto da presentare poi all’Inail per la validazione e il conseguente rimborso delle spese che si aggirano sul 10% del costo dell’opera. Quella gara, insomma, che nelle slide è indicata entro dicembre, ma altro che entro un mese di tempo. È pur vero che gli uffici dell’azienda diretta da Livio Tranchida stanno lavorando al bando, ma questo non potrà essere pubblicato fino a quando non sarà definita la questione dinanzi al Tar. Nessun direttore generale, figurarsi un manager d’esperienza come Tranchida, si avventurerebbe nel bandire una gara con il concreto rischio di vederla annullare dalla sentenza dei giudici amministrativi, con tutte le conseguenze possibili, incominciando da quelle economiche. E se, come lasciano intendere in Regione senza risparmio d’ottimismo, tutto si risolverà come sperato nel grattacielo, i tempi non saranno comunque quelli previsti. Lo stesso affidamento del progetto e del piano tecnico finanziario a chi si aggiudicherà la gara, riuscirà ad osservare la tempistica fissata entro il prossimo anno?

E se a Cuneo le ragioni per continuare a nutrire dubbi e preoccupazioni non mancano, meglio non va più a valle lungo il Tanaro, ad Alessandria dove le proverbiali nebbie della piana mandrogna finiscono per essere ancora più fitte, pure lì, sul futuro ospedale. Inizialmente previsto di affidarsi all’Inail per la sua realizzazione, nell’estate del 2023 il primo cambio di rotta verso il partenariato. A proporsi per questa soluzione arriverà un raggruppamento di imprese guidato dal colosso delle costruzioni di grandi opere, la Cmb Building Innovation di Carpi. A gennaio 2024 l’allora assessore alla sanità, il leghista Luigi Icardi, riferisce che “è in corso la valutazione da parte dell’Agenas di una proposta di partenariato pubblico-privato per valutarne correttezza, sostenibilità e convenienza. Su quella base sceglieremo la migliore soluzione per il territorio”. Un piano da 98mila metri quadrati, 628 posti letto e un costo stimato di 410 milioni, ma anche un percorso che dire a ostacoli e curve è dir poco.

Passano meno di due mesi dal suo insediamento al vertice della sanità piemontese e l’ex sindaco di Casale Monferrato, esponente di punta di Fratelli d’Italia, annuncia l’ennesimo cambio di rotta, o se si vuole il ritorno alle origini. Riboldi a settembre rivela che il nuovo ospedale lo realizzerà l’Inail. Tutto definito? No, perché è lo stesso assessore a spiegare che occorre aspettare il parere di Agenas. È la fine di settembre e Riboldi annuncia di lì a tre settimane la risposta definitiva. Siamo alla fine di novembre e dall’agenzia l’atteso parere ancora non è arrivato. “L’istruttoria di Agenas sulla proposta di partenariato è tutt’ora in corso”, spiegherà ancora l’assessore, pochi giorni fa rispondendo a un’interrogazione del consigliere del Pd Domenico Ravetti.

Ad Alessandria, poi, c’è pure la questione del terreno su cui edificare il nuovo polo ospedaliero, terreno privato che deve essere acquistato come precondizione, insieme alla validazione del progetto da parte dell’Inail, perché l’istituto avvii le procedure di gara per affidare la costruzione. Un iter che l’assessore dà, nelle sue assertive dichiarazioni, come assodato. Ma nell’azienda ospedaliera universitaria diretta da Valter Alpe c’è ancora quella proposta di partenariato che, fino ad oggi, nessuno ha formalmente respinto, tantomeno cancellata. Del resto un conto sono gli annunci, altro sono gli atti formali, anche se il rischio o il costume di confondere i primi con i secondi appare sempre più concreto e ricorrente. 

Come per quello di Cuneo, anche per il futuro ospedale di Alessandria nel piano sull’edilizia sanitaria la gara per la progettazione è indicata entro dicembre, insomma, il bando dovrebbe essere pubblicato nel giro di trenta giorni, quando però ancora si aspetta di sapere come la pensa Agenas. Un dettaglio tutt’altro che marginale, anche se solo un piccolo asterisco accanto alla dicitura “Fondi Inail” ricorda che c’è un “Ppp in corso di valutazione da parte di Agenas”. Così, tra un ricorso al Tar il cui pronunciamento si spinge più avanti e l’altrettanto lunga attesa del  parere di Agenas, a crescere sul fronte dei nuovi ospedali di sicuro ci sono solo i tempi.

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