Salvini torna a sfidare i sindacati: "Altri scioperi, pronto a intervenire"
14:13 Sabato 30 Novembre 2024Il ministro sempre più nelle vesti di Precetto Laqualunque: "A dicembre altre 15 agitazioni". E invece di aprire un confronto e tentare di farli revocare aizza la controparte. Anche l'altro incendiario, Landini, non arretra e insiste sulla necessità della "rivolta"
Si appunta sul petto la medaglia e incurante del nomignolo “Precetto Laqualunque” che ieri gli ha affibbiato la piazza, tira dritto. Anzi, è pronto a ridarlo. “Sono soddisfatto di aver garantito, venerdì, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani” ha detto oggi il ministro dei Trasporti Matteo Salvini parlando dello sciopero generale del 29 novembre. “Il mio impegno non cambia in vista di dicembre, quando si contano già 15 scioperi proclamati, fra cui uno generale fissato il 13 (guarda caso un altro venerdì) a pochi giorni dal Natale. Sono pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini”, ha aggiunto il vicepremier.
Sempre sullo sciopero di ieri è intervenuto il segretario della Cgil Maurizio Landini, promotore insieme al collega della Uil Pierpaolo Bombardieri della protesta. «Quando sono stato a Palazzo Chigi per la legge di bilancio ho regalato alla presidente del Consiglio “L’uomo in rivolta” di Albert Camus. Il senso di quel libro che fece grande rumore è rimettere al centro la libertà delle persone. Se la persona non si rivolta di fronte alle ingiustizie non esiste come persona, perché viene cancellato. Io l’ho pensata così», cercando di spiegare e forse rettificare quell’invito alla “rivolta sociale” pronunciato alla vigilia della manifestazione e prontamente messo in pratica dai soliti antagonisti a Torino.
Al congresso nazionale delle Acli, il sindacalista ha aggiunto: «La messa in discussione della democrazia non la danno le persone in piazza per i propri diritti ma chi in Parlamento sta tentando di far passare un decreto che chiama sicurezza ma riduce le libertà e gli spazi delle persone». Nessun passo indietro, né ripensamento su una linea che ha portato il principale sindacato italiano distante dal suo compito di soggetto contrattuale per darsi invece un marcato ruolo politico. Peraltro, rivendicato dallo stesso Landini dal palco di Bologna dove ieri ha tenuto il comizio conclusivo.