Il civismo di Lo Russo

Mancano ancora molti mesi alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione di Torino ma già alcuni rumors di sottofondo si delineano. Tra questi una potenziale “lista civica” del sindaco Lo Russo.

Apparentemente una non notizia perché ormai è quasi una moda che un sindaco uscente e ricandidato alla medesima carica, presenti una sua lista. Ma, al di là della formalità, c’è un elemento che non può essere sottovalutato e né, tantomeno, può venire interpretato come un semplice passaggio burocratico. Perché, al riguardo, noi abbiamo registrato il risultato straordinario ottenuto dalla recente “lista Cirio” alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione regionale del Piemonte. Un risultato che ha indubbiamente premiato l’azione politica ed amministrativa del governatore piemontese ma che, soprattutto, ha saputo intercettare una domanda di civismo che serpeggia nel sottosuolo della società italiana e che non è un semplice e grigio prolungamento dell’azione dei partiti. E il ruolo politico esercitato da chi guida le istituzioni da un lato e, al contempo, la possibilità di potere dialogare con settori della società che non sono affatto riconducibili alle logiche di partito dall’altro, creano le condizioni concrete per declinare anche un progetto civico. Che, nello specifico, è la formazione di una lista civica.

E, come è già capitato per la Regione Piemonte con la lista civica dove c’è stata una forte e significativa convergenza del mondo delle autonome locali – cioè dei Comuni piccoli e medi – e soprattutto, di quel civismo che è fortemente radicato nel tessuto vivo della società ma che non è affatto riconducibile alla dinamica organizzativa che storicamente si riconosce nei partiti. E lungo questa strada che si inserisce la possibile iniziativa del sindaco di Torino Lo Russo di rafforzare, anche per quanto riguarda il comune capoluogo, una presenza civica come è già avvenuto per la Regione Piemonte.

Ecco perché c’è la concreta opportunità, per il rinnovo degli enti locali più rappresentativi e più estesi, di rafforzare e qualificare al meglio una presenza civica. Che non è affatto impolitica o politica ma, al contrario, profondamente e squisitamente politica. Con l’unica eccezione, e forse anche giustamente, che non si riconosce affatto nel perimetro degli attuali partiti italiani. E questa maggior ragione dopo il clamoroso e plateale fallimento - e già lo si poteva intuire sin dall’inizio - di quei partiti populisti, anti politici, anti partito e demagogici come, ad esempio, il movimento dei 5 stelle. Ed è lungo questo crinale che si inserisce l’iniziativa di saper valorizzare e ricomporre un pezzo del civismo presente nella società. Quel civismo che era e resta molto sensibile all’impegno politico ed amministrativo e che chiede di essere rappresentato e coinvolto nella dimensione pubblica. E il sindaco di Torino Stefano Lo Russo può lanciare questa sfida che è al contempo squisitamente politica e con una forte e qualificata valenza civica. Il tutto finalizzato anche a ridare maggior qualità alla democrazia e, al contempo, rafforzare le istituzioni democratiche e la stessa efficacia dell’azione di governo. Anche a livello locale.

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