Salvini sogna il ritorno al Viminale.
"Non sono più sotto processo"
17:07 Sabato 21 Dicembre 2024
Dissimula, parla del suo successore Piantedosi come di "un amico, un fratello", ma con l'assoluzione ripensa al suo vecchio amore per le divise: "Qualcosa di stupendo". Che rimarrà una chimera, visto che né Meloni né tantomeno Mattarella ci pensano
La butta lì, con un velo di apparente ironia: «Sto bene dove sto, per ora… Quello che ho fatto al ministero dell’Interno è stato assolutamente corretto. Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato: “non puoi tornare al Viminale perché sotto processo, sei potenzialmente un criminale”… questa cosa cade». Matteo Salvini per quanto tenti di dissimulare il veto posto al suo rientro al Viminale non l’ha affatto digerito. Anzi, a dar retta alle voci che circolano tra gli altri papaveri della Lega, l’assoluzione di ieri per la vicenda della nave della ong Open Arms, gli avrebbe fatto tornare l’acquolina.
«Al Viminale c’è Piantedosi, un amico, un fratello. Non corro per sostituirlo», giura e forse spergiura oggi esibendosi nel più classico degli excusatio non petita, visto che nessuno al momento gli ha prospettato un cambio di ministero. Di certo non è un’ipotesi che frulla nella testa di Giorgia Meloni, in queste ore in Lapponia a ringraziare Babbo Natale per il regalo ricevuto dal tribunale di Palermo che con la sentenza ha negato il martirio dell’ingombrante alleato. Men che meno è nel novero delle possibilità che potrebbe prendere in considerazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per non dire di quegli ambienti, nazionali e internazionali, in cui è ancora vivissimo il ricordo delle sue gesta da ministro dell’Interno.
«Il Viminale è una macchina eccezionale. Avere la responsabilità della sicurezza degli italiani e coordinare la Polizia di stato è qualcosa di stupendo», moccica il Capitano a cui evidentemente il solo berretto da capostazione non gli dà soddisfazione.