Anno nuovo senza cornetti
Juri Bossuto 07:00 Giovedì 02 Gennaio 2025
Un profetico Paolino Paperino regge con la mano il cartellone su cui spicca un benvenuto al nuovo anno, ma improvvisamente il papero scivola su un lastrone di ghiaccio posto tra lui e l’uscio di casa. Paperino capitombola a terra, con un volo tipico dei fumetti, e con lui cade anche la scritta “W il 2020”.
La copertina dell’album della Disney, pubblicato nel gennaio 2020, sembrava quasi voler mettere in guardia i suoi lettori: un mese dopo il Covid faceva il suo trionfale ingresso nelle loro (e nostre) esistenze. Da allora, alla fine di dicembre circola sul web una vignetta virale, raffigurante alcuni personaggi nell’atto di aprire la porta al nuovo anno usando una scopa: atto compiuto timidamente e a debita distanza.
Timori, gesti scaramantici vari, accompagnano oramai regolarmente i cenoni di Capodanno. Gli scambi di auguri, classici della mezzanotte del 31 dicembre, sono spesso circondati da dita incrociate, sfregamenti di corna e cornetti, contraddistinti dalla ricerca disperata di un pezzo di ferro da impugnare al più presto (prima del rituale “Buon Anno”).
In effetti, da qualche tempo, il pessimismo è stato interiorizzato da una moltitudine di italiani. Anni fa, di fronte al fenomeno della crescente negatività collettiva, un esercito di sociologi avrebbe indagato scientificamente per individuare le cause di un tale malessere, mentre oggi è decisamente più semplice giungere alle sue radici, poiché queste sono evidenti a tutti (esperti inclusi).
Il 2024 termina, infatti, con un pianeta la cui esistenza è gravemente minacciata dalle guerre. Vittime innocenti, come la neonata morta di freddo a Gaza la notte del 24 dicembre, e distruzione sono argomenti usuali delle rassegne stampa e dei telegiornali. I cittadini residenti nelle sporadiche aree della Terra dove non si combatte sono comunque impegnati in battaglie quotidiane per sopravvivere, per mandare i figli a scuola oppure resistere in posti di lavoro precari e sottopagati.
In Italia, inoltre, è diventato rischioso pure recarsi al bar con lo scopo di gustare una birra, oppure un bicchiere di vino, senza esagerare, mentre si scambiano due parole con altri avventori. Grazie al rigorosissimo nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, una sanzione stellare e il sequestro dell’autovettura potrebbero scattare appena dopo aver impugnato il volante avendo in corpo una quantità omeopatica di alcolici: la virata repressiva salviniana (voluta dal Ministro deejay del Papeete) genera stress su stress.
Il prossimo anno, il 2025, potrebbe essere l’anno dell’agognata Pace, ma anche quello della guerra totale. Il nostro Paese diventerà probabilmente una Repubblica presidenziale, con un sistema regionale ad autonomia differenziata: lo stravolgimento in chiave “Donna sola al potere” della Costituzione democratica post-fascista. Equilibri istituzionali delicati salteranno nel Belpaese del 2025, e accompagneranno la crescita costante sia della povertà che del lavoro debole, ossia quello che non garantisce la vita dignitosa ai propri dipendenti. Facile prevedere, pur non essendo veggenti, come nei prossimi dodici mesi i ricchi saranno sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri. Solamente l’apertura della Porta Santa del carcere di Rebibbia, decisa da Papa Francesco in occasione del Giubileo, regala al 2024 un finale d’anno con qualche traccia umanità.
Insomma, anche in questo fine anno qualcuno cercherà un talismano prima di ricevere e fare gli auguri, oppure si affiderà a qualche parte del corpo nella speranza di allontanare i tristi presagi per il 2025. La Disney, per ora, si limita a pubblicare copertine in cui il tema dominante è il Natale, tralasciando momentaneamente il Capodanno (forse per non esporsi troppo). Questa rubrica ha invece scelto di metterci la faccia, di abbandonare ogni timore mentre si espone al grave rischio.
Una grande speranza nel cuore rompe ogni indugio nell’attimo in cui, coraggiosamente, Cronache Marziane vi porge i migliori auguri di buon Anno nuovo: auguri per un 2025 che passi alla Storia come l’anno in cui ovunque abbia trionfato la giustizia sociale.
Un sogno che non si affida al solito cornetto, o al contatto con il proprio talismano preferito, ma all’esclusiva volontà di voi, cari lettori.