LAVORO & OCCUPAZIONE

Al lavoro stressati e poco (ap)pagati

Solo un dipendente italiano su 4 si sente realizzato sul posto di lavoro: la busta paga è insufficiente (tra le più basse in Europa), ma pesa anche la considerazione dei capi. Troppe riunioni e niente smartworking fanno il resto. L’analisi di Indeed

Manca “benessere lavorativo” in Italia. I dipendenti sono insoddisfatti e la prima mancanza è economica, cosa che non stupisce in un Paese dove i salari sono stagnanti da trent’anni. Spirale che non vede un’inversione di tendenza anche se il potere d’acquisto delle famiglie cresce “per il settimo trimestre consecutivo”, rileva oggi l’Istat, seppur con “uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti”: il reddito sale dello 0,6%, mentre i consumi dell’1,6%. Un fascio di luce, che però non basta.

Ma se la busta paga langue, non è l'unico tasto dolente. Manca una spinta "morale", come emerge dal ritratto dei lavoratori italiani a fine 2024 fatto da Indeed, portale per chi cerca e offre lavoro. Un’indagine sul benessere lavorativo che ha coinvolto 1.000 maggiorenni e che ha trovato solo 1 lavoratore su 4 (26%) che sente di riuscire a esprimersi e realizzarsi sul lavoro. Certo, in cima alla lista la mancanza è pecuniaria: quasi 1 italiano su 2 (45%) ritiene di essere sottopagato e la mancanza di un giusto compenso (52%) è la prima tra le cause indicate dai lavoratori che non riescono a prosperare.

Ma pesano anche la mancanza di apprezzamento (42%) e di soddisfazione (35%), che seguono nella la classifica delle motivazioni più ricorrenti. C'è anche un 23% degli interpellati che dice di non riuscire a dare il massimo perché si sente infelice o non prova senso di appartenenza. A pesare sul benessere dei lavoratori sono anche le forti pressioni mentali ed emotive. Il 50% circa degli occupati partecipanti al sondaggio dichiara, infatti, di sentirsi stressato almeno 2-3 giorni a settimana, mentre per il 22% è addirittura routine quotidiana. Una percentuale analoga (20%) sperimenta quotidianamente sensazioni di difficoltà, mentre il 17% di chi non riesce a prosperare sul lavoro lamenta la totale assenza di supporto da parte dei propri manager. Tra i punti dolenti spiccano i carichi di lavoro eccessivi (35%), scarso riconoscimento (35%) e un work life balance insoddisfacente (26%).

La mancanza di flessibilità, in particolare della possibilità di poter lavorare da remoto, è ancora un problema per il 18%, mentre un numero eccessivo di riunioni sono segnalate dal 14% dei lavoratori partecipanti al sondaggio. Più di 1 lavoratore su 3 (35%), infine, ritiene che il proprio datore di lavoro non faccia ancora abbastanza per favorire il benessere sul posto di lavoro.

Gianluca Bonacchi, senior talent strategy advisor di Indeed, ha commentato: "Un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, che metta le persone in condizione di sentirsi realizzate, è fondamentale per il successo di ogni azienda. Quando i lavoratori sperimentano un senso di benessere, riescono ad avere performance migliori e migliora anche il loro coinvolgimento e la fiducia nell'organizzazione. Questo, a sua volta, favorisce una maggiore partecipazione e senso di responsabilità. Questi dati ci offrono l'opportunità di riflettere sulle reali esigenze dei lavoratori e di promuovere un cambiamento significativo". "Dobbiamo impegnarci”, ha avvertito, “a creare culture aziendali basate sul rispetto, sul riconoscimento del merito e sul supporto reciproco. Investendo in programmi di benessere che aiutino i dipendenti a gestire lo stress e a raggiungere un sano equilibrio tra vita privata e professionale, liberiamo il pieno potenziale di ogni individuo. Questo approccio rafforza la fiducia, porta a risultati migliori e getta le basi per un futuro del lavoro più equo e sostenibile".

print_icon