TeleMeloni, amichettismo, Spacca-Italia. La lingua batte dove la politica duole
12:12 Venerdì 03 Gennaio 2025Da dissing a pezzotto, da arciterrorista a campo largo: numerosi i neologismi pubblicati nel Libro dell'Anno Treccani 2024. Nuove parole che dimostrano come l'italiano sia sempre più vitale e capace di produrre interessanti novità linguistiche
Di destra o di sinistra nel nostro Paese predomina il solito “amichettismo”. E tra “guru” e tentativi di “campo largo”, al netto della consueta “fuffa”, con l’“autonomia differenziata” molti paventano lo “spacca-Italia”. Gerghi, neologismi, anglicismi più o meno efficaci che testimoniano come la lingua italiana sia “sempre più vitale e capace di produrre interessanti novità linguistiche dovute alla continua evoluzione dei costumi e delle mode, a una maggiore attenzione all’ambiente o semplicemente ai fatti di cronaca”
È quanto emerge dal Libro dell’Anno Treccani 2024, che contiene parole entrate nell’uso comune nell’ultimo biennio ma non destinate necessariamente ad essere accolte dai dizionari. Il nuovo volume di sintesi dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana – che nel corso del 1925 festeggerà i 100 dalla fondazione da parte di Giovanni Treccani e Giovanni Gentile – registra molti neologismi di casa nostra, tra cui “arciterrorista”, “fediverso”, “pezzotto”. “trappola al miele”, “trenopolitana” ed espressioni legate alla politica come “Telemeloni” e “vannacciano”, ovvero “chi sostiene il militare e politico Roberto Vannacci”. E il generale neo-europarlamentare è presente anche con la locuzione “fare una Decima”, con il significato di “apporre nella scheda elettorale una croce, vale a dire il segno X, per indicare una preferenza di voto”.
L’italiano sa creare anche reminiscenze latine o pseudolatine, quali ad esempio “ius scholae” o “baratellum”. “Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole – spiega la Treccani – e nel Libro dell’Anno Treccani 2024 ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana”. Ma tra le tante neoformazioni linguistiche italiane di quest’anno che potrebbero affermarsi si segnalano “IA-taliano”, che indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa, e “5.0”, che designa il ciclo produttivo, basato sullo sviluppo delle tecnologie dell’Ict, sulla robotica e sull'intelligenza artificiale.
Tra i vocaboli segnalati dai linguisti della Treccani e ricavati in gran parte dai media – o meglio dagli organi di informazione – troviamo numerosi anglicismi assieme a parole derivate dall’inglese, come “alcolock”, “pandoro-gate” (la vicenda giudiziaria che ha scalfito l’impero creato negli anni dalla imprenditrice e influencer Chiara Ferragni), “dissing” (in senso estensivo, scambio di accuse caratterizzato da toni esagitati e insulti, penetrato nel dibattito politico come nella vita quotidiana), “Swift economy”, “top jobs”, “pommelier” (professionista dell’assaggio e del servizio del sidro), “crush”, “brat”, “starmerismo” (la concezione della politica, dell’economia e della società sostenuta dal laburista britannico Keir Starmer, entrato in carica come primo ministro del Regno Unito), “Maga” (acronimo inglese di Make America Great Again usato in italiano per indicare chi sostiene il presidente statunitense Donald Trump) o “boppone” (nella lingua colloquiale, canzone molto orecchiabile, ritmata e ballabile, che entusiasma al primo ascolto).
Non manca lo “sdoganamento” di alcune autentiche cacofonie, come nel caso “vacansia”, ovvero la “spiacevole sensazione di irritabilità o di oppressione” dovuta all’incapacità di godersi il riposo, liberi dai frenetici ritmi lavorativi. E che dire poi dello “sdigiunino”, cioè quello “spuntino o snack veloce da preparare ma molto gustoso” che serve a spezzare la sensazione di fame?
“La diffusione dell’inglese nel linguaggio comune – osserva la Treccani – è sempre molto forte, per l’influenza dei social media e, più in generale, di Internet, della musica e dell’innovazione tecnologica”. Ma in qualche caso l’espressione inglese viene sostituita con la corrispondente e più comprensibile frase italiana, come è successo con “coordinatore di intimità” che traduce l’inglese “intimacy coordinator”, locuzione che indica il “professionista che sul set cinematografico si preoccupa del benessere e della tranquillità di attrici e attori prima che affrontino scene di sesso o altre scene intime di particolare tensione fisica ed emotiva”.