FINANZA & POTERI

Orcel rimette in pista Palenzona. Accordo tra Unicredit e Prelios

Per la gestione di un consistente pacchetto di crediti deteriorati (tra gli 800 milioni e un miliardo di euro) l'ad di piazza Gae Aulenti si rivolge all'ex vicepresidente della banca. E così il Camionista di Tortona torna alla ribalta nonostante la grana giudiziaria

Saggezza, pazienza e mistero. Secondo il calendario cinese il 2025 è l’anno del serpente, animale la cui energia esprime astuzia, introspezione e un notevole talento nell’affrontare le sfide. E di sfide Andrea Orcel dovrà affrontarne parecchie tra acquisizioni e riorganizzazione delle alleanze che puntano a collocare Unicredit nell’epicentro del terremoto bancario.

Nelle prossime settimane, come riporta Milano Finanza, piazza Gae Aulenti si appresta a siglare un accordo con Prelios, destinato a rivoluzionare la gestione di un consistente pacchetto di crediti deteriorati: tra gli 800 milioni e un miliardo di euro. A fianco della firma di Orcel comparirà quella di Fabrizio Palenzona che prima di assumere la guida della ex Pirelli Real Estate, da meno di due anni sotto il controllo del gruppo Ion di Andrea Pignataro, è stato prima vicepresidente della banca e successivamente azionista della stessa nel suo breve mandato di presidente della Fondazione Crt.

Una mossa significativa non solo per l’importanza della gestione dei crediti deteriorati in un contesto bancario sempre più competitivo, ma anche perché l’intesa con Prelios segna l’interruzione di un’alleanza lunga e consolidata con Dovalue, che affonda le radici nel 2015, quando Unicredit vendette la sua controllata Unicredit Credit Management Bank (Uccmb) a Fortress. Operazione che riporta Furbizio nel grande gioco della finanza, da cui dopo gli ultimi inciampi pareva tagliato fuori. Sempre che, nel frattempo, l’inchiesta che vede Palenzona indagato a Torino per corruzione tra privati nell’ambito del “famigerato” (e presunto) patto occulto in Crt non complichi la strada al Camionista di Tortona: un eventuale rinvio a giudizio e, peggio, una condanna intaccherebbe quei requisiti di onorabilità indispensabili per guidare una società quotata in Borsa.

Ma per Orcel la sfida è a tutto campo: c’è la partita su Banco Bpm dove la tenace resistenza di Giuseppe Castagna con Anima potrebbe riservargli delle brutte sorprese, soprattutto se l’attivismo di Mps dovesse trovare terreno fertile in Crédit Agricole e in BlackRock. Una partita su cui non è ancora del tutto scongiurato un intervento del Governo Meloni che, a partire dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non vede di buon occhio le manovre espansionistiche di Unicredit.

Parallelamente, Orcel sta riorganizzando altre attività chiave. Dopo l’internalizzazione della bancassurance Vita in Italia, il focus si sposta sul risparmio gestito. Nel 2027, scadrà l’accordo con Amundi, eredità della cessione di Pioneer, voluta da Jean Pierre Mustier nel 2016. Il banchiere romano sta valutando opzioni per il rinnovo o lo scioglimento anticipato del contratto, con possibili implicazioni per l’Ops su Banco Bpm e le trattative con Crédit Agricole. In particolare, c’è attenzione su come un eventuale rafforzamento dell’istituto francese nelle gestioni potrebbe impattare su Anima, una Sgr che detiene una fetta rilevante del debito pubblico italiano, circa il 5%.

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