POLITICA

Terremoto in Sardegna, Todde decaduta: "Sono serena. Vado avanti, farò ricorso"

Il collegio di garanzia elettorale ha emesso una dichiarazione di decadenza da consigliere regionale, che così perderebbe anche la carica di presidente della Regione. Sarebbero state rilevate delle inadempienze sulle spese della campagna elettorale

Terremoto in Regione Sardegna. Il collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte di Appello di Cagliari ha emesso una dichiarazione di decadenza da consigliere regionale per Alessandra Todd, che così perderebbe anche la carica di presidente della Regione. Sarebbero state rilevate delle inadempienze sulle spese tenute durante la campagna elettorale dell’anno scorso, che hanno portato all’emissione di un’ordinanza d’ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale, che ora deve stabilire una data per la decisione sulla decadenza. Il collegio, come per tutti i consiglieri regionali, ha in questi mesi vagliato i documenti ricevuti sulle spese effettuate da ciascun consigliere: le fatture, i contributi, gli importi ricevuti e spesi per la campagna elettorale. Nel caso della Todde si tratta di 90629 euro, provenienti da partiti e singoli elettori.

GLI ADDEBITI - Secondo il collegio guidato dalla presidente della Corte d’Appello, Gemma Cuccala, la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe “conforme” a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. In secondo luogo “non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria” ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento di dieci pagine, “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. E poi, quarto punto, “non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”. Inoltre “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate”. E poi l’ultimo addebito: non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti.

Per i componenti del collegio, dunque, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio in adempimento degli obblighi previsti dalle leggi, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce “se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento”. La dichiarazione elettorale presentata riporta “di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00”. Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili.

RICORSO - L’atto è impugnabile presso il tribunale ordinario, cosa che Todde ha già annunciato. “La notifica della Corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”, ha commentato a caldo la presidente Todde.

L’assemblea, presieduta dal segretario del Pd sardo Piero Comandini, dovrà stabilire una data per la decisione sulla decadenza di Todde. Dunque non è affatto scontato che la governatrice eletta il 26 febbraio 2024 con il 45,3% delle preferenze – superando di soli 0,3 punti percentuali il candidato del centrodestra Paolo Truzzu (ex sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia) – non possa portare a termine il suo mandato di cinque anni.

DECADENZA - La palla ora passa al Consiglio regionale. I tempi potrebbero essere lunghi. Ciò che è certo che in caso di decadenza, si tornerà alle urne. Ma nel frattempo Todde resterà alla guida della giunta regionale. Come prevede la legge, l’atto notificato oggi è impugnabile presso il tribunale ordinario. E la stessa governatrice pentastellata ha subito annunciato che lo farà. Subito è arrivata la solidarietà del segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc), Antonio Satta. “Fa bene Todde ad avere fiducia nella magistratura. È l'unica via per chiarire questa vicenda – sottolinea – perché la Sardegna ha bisogno di organi di governo nel pieno delle loro funzioni. Noi del centrosinistra non crediamo ai complotti, a differenza del centrodestra”.

RESTA AL SUO POSTO -  La presidente della Regione, dunque, per il momento resta al lavoro al suo posto. Lavoro che proprio in questi giorni ha in agenda un tema caldo come quello della sanità, oggetto nell’isola di polemiche tra gli schieramenti ormai da diversi anni. Gli esponenti del campo largo si erano lasciati il 31 dicembre dopo il vertice di maggioranza ad hoc proprio con il tema individuato come prioritario sul tavolo. Oggi si è riunita la direzione regionale del Partito democratico, tutta dedicata all’analisi delle proposte avanzate dalla stessa Todde di modifica del testo del disegno di legge presentato lo scorso agosto e ancora mai discusso in commissione. La commissione si riunirà mercoledì 8, con l’audizione dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi. Il tempo stringe anche perché nel frattempo è scattato il primo mese di esercizio provvisorio, autorizzato dal Consiglio regionale nell’ultima seduta. Per questi motivi la governatrice ha annunciato di voler andare avanti. Ma con la spada di Damocle della possibile decadenza. E di un clamoroso ritorno alle urne.

print_icon