LA SACRA FAMIGLIA

Eredità Agnelli, raggiri a opera d'arte. Doni dall'aldilà di Marella a Elkann

Nella querelle sulla preziosa collezione dell'Avvocato spuntano tre lettere della vedova ad accompagnare regali per 170 milioni in quadri e gioielli ai nipoti. Solo che per i pm di Torino sono false. Capolavori sottratti al fisco e volati all'estero. L'inchiesta di Report

“Caro Jaki, spero che tu sia felice di ricevere queste opere quanto io lo sono nel dartele. Con tutta la tenerezza e l’affetto di Nonna Marella”. Tre lettere a corredare il dono di alcuni dei quadri della sterminata collezione della famiglia Agnelli, oltre 600 opere, passata ai nipoti John, Ginevra e Lapo Elkann per espresso desiderio della vedova dell’Avvocato Marella Caracciolo. La corrispondenza sarebbe stata rinvenuta nel pc di Paola Montaldo, responsabile del family office di John Elkann e in passato segretaria di Marella. Solo che secondo i pm e la Guardia di Finanza di Torino le missive sarebbero false: la firma apocrifa e redatte cinque anni dopo la morte di Donna Marella. E molte di esse potrebbero essere finite all’estero senza autorizzazione.

La vicenda, del quale torna a parlare Report, la trasmissione di Rai3, aggiunge l’ennesimo tassello alla battaglia legale di Margherita Agnelli e i suoi figli di primo letto: 170 milioni di euro di regali tra quadri e gioielli passati direttamente ai tre Elkann senza finire nella massa ereditaria e, pertanto, facendo crescere ulteriormente le somme nascoste alla tassazione italiana. Di più, secondo l’ipotesi accusatoria della Procura, gli Elkann avrebbero inscenato dei finti regali, in modo da evitare che le opere finissero nell’inventario dei beni e fossero dunque “attaccate” dalla madre.

Dell’ipotesi sono stati informati anche i carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale, come ha riferito alle telecamere Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero della Cultura. In particolare, potrebbero essere finiti all’estero senza autorizzazione tre capolavori: “Mistero e malinconia di una strada” di Giorgio De Chirico, la “Scala degli Addii” del futurista Giacomo Balla e il prezioso “Glaçons, effet blanc” di Claude Monet, oltre a due acquerelli di Klee. Ha lasciato il territorio nazionale – con una regolare autorizzazione, invece – uno dei più importanti capolavori della seconda metà del ‘900, il Pope III di Francis Bacon, valore tra i 20 e i 30 milioni di euro. La preziosissima collezione di Agnelli perde dunque pezzi molto preziosi, dato che appena 9 opere su oltre 600 risultano attualmente sottoposte a tutela.

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