BERLUSCONES

Forza Italia sogna in grande: 20%. Cirio prosegue l'arruolamento

Allo stato maggiore del partito Tajani chiede uno sforzo collettivo per continuare a crescere e fissa l'ambizioso obiettivo. Il governatore dopo la pesca a strascico nel Vercellese passa a Novara e tratta con il sindaco di Borgomanero Bossi (facendo incazzare tutti)

Il 2024 non è stato niente male, ma ora occorre uno sforzo collettivo per continuare a crescere. Al rientro dalle vacanze natalizie Antonio Tajani ha riunito ieri lo stato maggiore di Forza Italia nella sede nazionale di via in Lucina per fare il punto della situazione politica. Per il vicepremier, nella sua veste di segretario del partito, non è il caso di adagiarsi sugli allori e pur ribadendo “lealtà” alla coalizione di centrodestra intende segnare con maggiore nettezza identità e azione di una forza che vive con crescente disagio la convivenza con alleati così distanti dal moderatismo. Nell’agenda del nuovo anno Tajani fissa una serie di appuntamenti ed eventi che riguarderanno alcuni temi fondamentali su cui puntare e battere il tasto: tasse, energia, giustizia e automotive, in primis. Si parla di convention tematiche a Milano e a Torino oltre ad “Azzurri in vetta”, l’iniziativa invernale promossa da Nazario Pagano, in programma in Abruzzo l’11 e il 12 gennaio.

C’è grande rispetto per gli alleati, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma Forza Italia è determinata a portare a casa risultati sulle sue battaglie, incidendo sulle scelte del governo, sarebbe stato il ragionamento del ministro degli Esteri. Il partito, insomma, è emerso dalla riunione durata oltre tre ore, è intenzionato a dire la sua su alcuni punti, che sono prioritari: riduzione delle imposte, a cominciare dal taglio delle aliquote Irpef, la riforma della giustizia (storico cavallo di battaglia dai tempi di Silvio Berlusconi), abbassamento dei costi dell’energia per famiglie e imprese, no al terzo mandato dei presidenti di Regione.

Da qui la necessità di radicarsi sempre di più sul territorio: tra febbraio e marzo, infatti, si terranno i congressi comunali per consolidare la classe dirigente. Alla riunione con Tajani erano presenti i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri (uscito dal summit con sciarpa giallorossa al collo per la vittoria nel derby Roma-Lazio), i vicesegretari nazionali Stefano Benigni e Deborah Bergamini, il portavoce nazionale Raffaele Nevi, l’eurodeputato e coordinatore regionale della Campania, Fulvio Martusciello, la presidente della Consulta Letizia Moratti, il responsabile Organizzazione Francesco Battistoni. E, ovviamente, Alberto Cirio, altro vicesegretario che assieme al collega calabrese Roberto Occhiuto (ieri assente perché convalescente dopo il recente intervento) rappresenta il fronte emergente (e scalpitante) del partito.

Il presidente del Piemonte, ottenuta senza troppi sforzi la riconferma, è particolarmente concentrato sull’incarico politico, a cui dedica molta attenzione, anche a costo di sottrarre tempo all’attività di governo (iniziando a suscitare qualche malumore all’interno della maggioranza e nella stessa giunta). Dopo aver fatto incetta di amministratori locali del Vercellese, l’opera di proselitismo prosegue incessante in altre province. Ora è il turno del Novarese dove pare stia lavorando al passaggio di Sergio Bossi, sindaco di Borgomanero, seconda città dopo il capoluogo: un “civico” con simpatie passate per Forza Italia, un ammiccamento fugace con la Lega e in ultimo una fuitina con Fratelli d’Italia (visto che alle ultime elezioni regionali ha tirato la volata al collega di Gozzano Gianluca Godio, candidato per FdI, pare su indicazioni del ras locale Gaetano Nastri).

Nulla da spaventare il piacione Cirio che alle sue armi seduttive unisce la cartucciera sempre carica delle promesse e così ha calato la sua offerta: incarico di coordinatore provinciale di Forza Italia e candidatura blindata al parlamento nel 2027. Una seconda “benedizione” dopo quella impartita nell’ottobre dello scorso anno nella Sala degli Specchi di Palazzo Tornielli quando proprio Cirio ha officiato il matrimonio di Bossi. E tanto per dar prova di far sul serio e segnare una discontinuità il governatore ha stoppato la nomina di Leo Spataro a vicepresidente dell’Atc, cugino primo di Pietro Gagliardi, unico consigliere azzurro a Palazzo Cabrino legato alle vecchie gerarchie del partito e che alle regionali pur arrivando primo è rimasto fuori per una manciata di voti.

Indiscrezioni sull’operazione in corso sono giunte alle orecchie di Diego Sozzani, ex parlamentare e coordinatore provinciale di FI in carica, e del pretoriano meloniano Nastri, titolare dell'agenzia di assicurazioni di cui Bossi è subagente: entrambi, per ragioni diverse ma in questo caso convergenti nient’affatto bendisposti ad assecondare le manovre espansionistiche di Cirio.