FINANZA & POTERI

Guerra per banche, stretta finale: Orcel si danna l'Anima

Prosegue la "resistenza" di Banco Bpm: in un esposto all'Antitrust accusa Unicredit di "killer acquisition". Ma paiono schermaglie per prendere tempo e alzare il prezzo. Ma il ceo di Piazza Gae Aulenti potrebbe mettere sul piatto la sgr aprendo a soci e governo

Banco Bpm non ci sta a fare la preda e rilancia. L’istituto di Piazza Meda ha presentato un esposto all’Antitrust nelle scorse settimane denunciando che l’offerta pubblica di scambio avanzata da Unicredit configurerebbe una cosiddetta “killer acquisition”. L’obiettivo di Piazza Gae Aulenti sarebbe quello di eliminare un concorrente rilevante in un momento di grande dinamismo del Banco e non quello di incrementare il proprio business. Secondo rumors in ambienti finanziari l’esposto sarebbe stato presentato anche tenendo conto che nel nord Italia Bpm è già leader dopo Intesa Sanpaolo e un’eventuale acquisizione da parte di Unicredit toglierebbe concorrenza. Secondo alcuni analisti, tuttavia, la mossa configurerebbe un passaggio prevedibile in un percorso come quello di un’Ops, con la finalità di tutelare gli azionisti e gli attori coinvolti.

La banca guidata da Giuseppe Castagna in precedenza aveva presentato un altro esposto, questa volta alla Consob, in cui si sostiene, in sostanza, che la proposta di Unicredit avrebbe lo scopo di “bloccare” l’istituto con la passivity rule, in un momento in cui Banco Bpm è alle prese con l’Opa su Anima e dopo essere salita al 5% di Mps. Entrambe le operazioni rafforzano il ruolo di Banco Bpm nel settore bancario italiano, consolidandone la presenza in due settori cruciali: il risparmio gestito e il credito.

Nel risiko bancario in corso si segnalano i movimenti di Crédit Agricole, che ha recentemente aumentato la propria partecipazione in Bpm al 19,9%, particolarmente interessata a quello che farà Unicredit su Amundi in relazione all’accordo di distribuzione che scade nel 2027 e pesa per circa il 20% dell’utile netto. In questa complessa partita Andrea Orcel starebbe valutando una mossa in grado di sbloccare lo stallo e, forse, superare l’iniziale ostracismo di parti significative del governo italiano: mettere sul piatto “Anima” – la sgr sulla quale l’istituto di Castagna ha lanciato un’Opa del valore di 1,6 miliardi – aprendo agli attuali soci (Bpm, Poste e Caltagirone). Come ipotizza il Corsera Anima diventerebbe una sorta di “camera di compensazione”, utile per bilanciare interessi e pesi. Per poi passare, in tempi relativamente più lunghi, all’altro dossier quello su Commerzbank (dove Unicredit il mese scorso ha rafforzato la sua posizione fino al 28%), complici anche le elezioni tedesche in agenda a febbraio.

L’offerta pubblica di scambio che valorizza Piazza Meda 10,1 miliardi ha fatto discutere in quanto molti, a partire dal cda di Bpm, l’hanno bollata come inadeguata. Ad oggi il titolo Bpm veleggia in area 7,9 euro, ben al di sopra del valore di concambio proposto da Unicredit. Il mercato già prezza un rilancio implicito di almeno 1,6 miliardi, ma tra gli operatori c’è chi si è spinto a ipotizzare un rialzo ben più cospicuo tra i 3 e i 4 miliardi. Unicredit può arrivare a offrire “un incentivo cash fino a 4 miliardi di euro” per Banco Bpm, alzando la sua offerta a 9,3 euro ad azione, con un premio del 20% sulle attuali quotazioni del Banco e di circa il 38% rispetto alla sua proposta iniziale. Lo affermano gli analisti di Jp Morgan secondo cui un rilancio di questa entità sarebbe compatibile con il mantenimento di un Cet1 superiore al 13% sulla base delle regole di Basilea 4, con la conservazione di un buffer di capitale da destinare all’acquisizione di Commerzbank e con la prosecuzione di “un’attraente politica di distribuzione del capitale con un rendimento totale superiore a quello del settore”.

Ad avviso degli analisti americani sia Banco Bpm che Commerzbank “hanno un senso strategico a lungo termine ed entrambe le acquisizioni sarebbero finanziariamente attraenti a patto che il premio sia limitato rispettivamente al 20% e al 15%”. Secondo Jp Morgan la banca guidata da Castagna aggiornerà i target del piano industriale per tener conto degli effetti dell’acquisizione di Anima promettendo un ritorno sul capitale tangibile (Rote) superiore al 17% e alzando “probabilmente” al 90% la quota di utile da destinare a dividendo. Inoltre “se necessario” il Banco “potrebbe fare una mossa difensiva con Mps” garantendosi 610 milioni di euro di sinergie prima delle tasse. Ma per garantirsi un ritorno sull’investimento del 15% (a fronte di un ritorno sul capitale tangibile superiore al 17% nell’opzione standalone) dovrebbe limitare il premio “a solo il 10%”, pari a circa 7,4 euro per azione. Improbabile.

print_icon