OPERE & OMISSIONI

Mancano soldi ed esce metano. Ennesimo stop al Terzo Valico 

Salta il finanziamento nel decreto asset. Servono alcune decine di milioni in più. L'annuncio del consorzio Cociv: fermiamo i cantieri. E il gas impedisce il lavoro delle talpe. Si allontana il traguardo fissato dal Governo al 2026. Incontro con il commissario

Mancano i soldi, ma abbonda il gas. Quel che serve non c’è, quel che c’è non dovrebbe esserci e questa congiunzione negativa rallenta, fino a bloccarlo, il cammino del Terzo Valico verso un traguardo che il Governo mantiene fissato al 2026, anche se pochi sono pronti a scommetterci. Di ostacoli burocratici, finanziari e pure fisici, da quando è stata progettata la grande opera destinata a collegare il porto di Genova con la pianura padana e da lì buona parte dell’Europa mercantile ne ha incontrati più di quanti se ne potessero immaginare.

La ripresa dei lavori nei cantieri, dopo le festività, è meno si uno sprazzo di sole in un cielo di piombo. Nelle stesse ore, infatti, il Cociv - ovvero il general contractor per la grande opera - ha annunciato il blocco delle attività per carenza di fondi. I 2,2 miliardi composti dagli 800 milioni per il blocco delle talpe nel tunnel appenninico, gli 825 della finanziaria dello stesso anno e i 652 stanziati appena un mese fa e rivendicati dalla Lega come frutto dell’emendamento presentato dal capogruppo Riccardo Molinari, non bastano per completare i 53 chilometri del tracciato che interessa Piemonte e Liguria e che proprio nella prima regione incontra le problematiche maggiori. Per affrontarle erano attese  alcune decine di milioni in più nel decreto Asset. Risorse che, invece, non sono arrivate. Secondo autorevoli fonti del Cociv ci sarebbe una concreta speranza circa la possibilità che il Governo rifinanzi a breve il fondo previsto dalla legge, lo stesso assessore regionale piemontese con delega alle grandi opere Enrico Bussalino conferma “la garanzia del Governo, attraverso il viceministro Edoardo Rixi, della copertura di tutte le risorse necessarie per il completamento della ferrovia”. Ma i tempi sono stretti e non sono soltanto i soldi che mancano a preoccupare. 

C’è, appunto, anche quell’ennesimo ostacolo fisico che si è palesato con l’odore acre di zolfo. L’estate scorsa in un tunnel si sono sprigionati due milioni di metri cubi di metano e l’ipotesi che in un tratto piemontese del tracciato, in Val Lemme, ci possa essere un enorme giacimento di gas non è ancora esclusa con certezza, tantomeno si conosce la quantità di metano con cui bisogna fare i conti per mettere in sicurezza i cantieri e cercare di proseguire negli scavi. Prima era stato l’amianto a rallentare i lavori che erano partiti tra le immancabili proteste ambientaliste, cambi nel delicato ruolo commissariale, qualche inchiesta giudiziaria e le preoccupazioni degli amministratori locali che, divisi tra i benefici dell’opera e i disagi dei cantieri, ancora fanno sentire la loro voce.

“I tempi si stanno allungando e siccome i cantieri portano disagi, questi si prolungano per le nostre comunità”, osserva Rocchino Muliere, sindaco Pd di Novi Ligure, a dir poco scettico circa l’annunciato completamento dell’opera entro il prossimo anno. E sempre dal partito del sindaco, stavolta però rappresentato dai consiglieri regionali della Liguria, arriva un analogo attacco ai tempi che si allungano che è risuonato nell’assemblea ligure appena un paio di giorni fa. Il 27 novembre il presidente della Regione Liguria Marco Bucci ha affermato che nel 2026 ci sarà un treno che arriverà a Milano in un’ora “eppure – ha attaccato il consigliere dem Simone D’Angelo – i ritardi sono evidenti”. Il prossimo 20 gennaio è previsto un incontro del governatore ligure con il commissario straordinario Calogero Mauceri e, probabilmente, il quadro apparirà più chiaro. Ma se dalla maggioranza di governo e specularmente da quelle analoghe che guidano il Piemonte e la Liguria arrivano rassicurazioni circa gli attesi ulteriori finanziamenti, l’incognita resta su quel gas racchiuso tra le rocce dell’Appennino e il modo per evitare che continui a bloccare i lavori. E nessuno sa ancora per quanto.

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