ECONOMIA DOMESTICA

Frena l'occupazione in Piemonte: assunzioni in calo del 10,3%

Sono poco più di 34mila i nuovi ingressi previsti dalle imprese a gennaio. Un dato peggiore della media nazionale. Uno su tre è sotto i 30 anni. La metà dei contratti è a tempo determinato. La zavorra è l'industria, soprattutto quella legata alla filiera dell'automotive

Sono circa 34.630 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi a gennaio, valore che sale a 89.040 nel trimestre gennaio-marzo 2025. Il trend appare negativo sia a livello mensile (-3.970 entrate rispetto a gennaio 2024, pari a -10,3%), sia su base trimestrale (-6.900 assunzioni rispetto allo stesso trimestre del 2024). Anche a livello nazionale si registra un calo della domanda di lavoro, sebbene di minore intensità. La flessione si attesta al 2,1% rispetto a gennaio 2024 e allo 0,2% a livello trimestrale. Le entrate in Piemonte a gennaio 2025 rappresentano il 21,8% delle 159.000 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 7% di quelle nazionali. Sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il 56,9% delle assunzioni previste a gennaio riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 20,6% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 22,4% grandi aziende (250 dipendenti e oltre). La domanda di lavoro anche a gennaio è sostenuta dai contratti a tempo determinato pari al 50%, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 37% dei casi (in crescita di 9 punti su dicembre 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate.

Sono sempre i servizi – in particolare il commercio, seguito dal turismo – a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 59.190 entrate, il 66,5% del totale, mentre l’industria prevede 29.850 entrate, generando il 33,5% della domanda totale e segnando un calo di oltre 4.900 unità rispetto al periodo gennaio-marzo 2024. Poco meno di un’assunzione su tre (31%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 19% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

La quota di aziende piemontesi che dichiarano difficoltà di reperimento è in linea rispetto a quella registrata a livello complessivo nazionale (49,4%). La mancanza di candidati si conferma la principale motivazione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, riguardando il 34,4% delle assunzioni programmate per il mese di gennaio 2025, in crescita rispetto al 32,9% di gennaio 2024. Diminuisce, per contro, la quota di imprese che attribuisce tali difficoltà alla inadeguata preparazione dei candidati (11,9% a fronte del 13,9% di gennaio 2024).

Scendendo nel dettaglio delle singole professioni, risulta di difficile reperimento sul mercato del lavoro piemontese ben l’89,2% dei circa 360 medici che le imprese intendono assumere. Rischiano, inoltre, di rimanere scoperte oltre 7 posizioni su 10 per i profili di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (75,6%), conduttori macchine movimento terra, sollevamento e maneggio materiali (72,1%) e operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (71,0%). Le imprese piemontesi lamentano difficoltà di reperimento superiori alla media anche per gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (69,4%), conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (69,0%) e tecnici della salute (68,1%).

Per quanto concerne i titoli di studio diminuisce, rispetto al mese di dicembre 2024, la difficoltà di reperimento di personale laureato, che coinvolge il 49,1% della domanda di lavoro; coerentemente a quanto rilevato sul fronte delle professioni, gli indirizzi per i quali si segnalano le problematiche maggiori sono quelli medico-odontoiatrico (88,4%), chimico-farmaceutico (74,1%) e sanitario e paramedico (67,2%). Le imprese lamentano elevate difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (Its, 69,5%). A livello secondario (45,8%) le imprese segnalano difficoltà inferiori a quelle riscontrate complessivamente in Piemonte. Non mancano, tuttavia, percorsi di studio più difficili da reperire sul mercato: rischia, infatti, di rimanere scoperto rispettivamente il 71,2%, 65,5% e 60,4% delle assunzioni riguardanti gli indirizzi produzione e manutenzione industriale e artigianale, socio-sanitario, e meccanica, meccatronica ed energia. Difficoltà di reperimento superiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (52,3%), con picchi particolarmente elevati per gli indirizzi edile (78,5%), elettrico (68,1%) e riparazione dei veicoli a motore (62,9%).

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