L'Ilva ricomincia da(gli) atzeri: 10 in corsa, in pole Baku Steel
08:00 Sabato 11 Gennaio 2025A mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisizione del gruppo e dei siti di Taranto, Novi Ligure e Cornigliano: tre proposte complete e sette per i singoli asset. In giornata l'apertura delle buste
A mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione del gruppo Ilva e dell’acciaieria di Taranto e degli impianti di Novi Ligure e Cornigliano, nonché per i servizi di logistica e commercio, nella loro interezza. Il termine per la presentazione delle offerte, non è perentorio e i Commissari possono valutare anche offerte vincolanti pervenute successivamente. Sui tavoli dei commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e del ministero delle Imprese e del Made in Italy ci sono tre offerte vincolanti e sette per singoli asset.
Salvo sorprese, al momento, in pole position ci sarebbe il gruppo azero Baku Steel, interessato a tutti gli asset. Gli azeri puntano ad acquistare il 100% del capitale di Acciaierie per l’Italia, acquisendo tutti i siti italiani, però vorrebbero poter istallare una nave rigassificatrice in uno dei due mari di Taranto, il Mar Grande, considerato prezioso per la varietà di flora e fauna marina. La nave rigassificatrice che potrebbe ottimizzare il gas proveniente proprio dall’Azerbaijan attraverso il gasdotto Tap, consentirebbe alla società di avere energia a basso costo.
Rilancio al fotofinish del fondo statunitense Bedrock Industries che a luglio ha venduto l’azienda siderurgica canadese Stelco alla società americana Cleveland-Cliffs per 3,4 miliardi di dollari. Molto agguerrito Vulcan Green Steel del gruppo indiano Jindal, mentre sembrano in calo le quotazioni dei canadesi di Stelco Holding. Fuori dalla partita gli ucraini di Metinvest, che si sono sfilati ribadendo che “la nostra priorità in Italia è Piombino”. Escono dai radar anche i giapponesi Nippon Steel, attualmente in pieno scontro con l’amministrazione Biden per il no all’acquisto di Us Steel.
Un prezzo minimo di offerta è stato fissato interno a 1,8 miliardi. I commissari straordinari Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli hanno inoltre definito cinque requisiti essenziali in mancanza dei quali l’offerta sarà scartata. Il nuovo proprietario dovrà soddisfare: lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, realizzare la decarbonizzazione dei siti, tutelare i livelli occupazionali, sostenere le comunità locali e garantire la continuità operativa degli impianti. Con ogni probabilità il gruppo Marcegaglia ha presentato un’offerta per alcuni asset, secondo fonti vicine al dossier il gruppo mantovano è interessata ai tre siti ex Ilva destinati alla produzione di tubi: Socova a Sénas in Francia (a Marsiglia il gruppo ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi, ma in questo caso in cordata con altre due realtà della siderurgia italiana, Profilmec Group ed Eusider; e Salerno, in cordata con Sideralba, partner di Marcegaglia anche per il sito in Tunisia.
È la terza volta che il gruppo siderurgico, un tempo di Stato, passa di mano. I primi proprietari privati furono nel 1995 i Riva, poi nel 2017 arrivarono gli indiani del gruppo Arcelor Mittal, adesso la procedura si ripete. A differenza della gara precedente, in questo secondo round i gruppi italiani sembrano aver scelto il basso profilo, l’ipotesi di una “cordata italiana”, che otto anni fa sembrava la favorita (salvo essere scalzata in drittura d’arrivo), questa volta non è nemmeno stata tentata. Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse, a visitare gli asset in vendita, in questi mesi, sono stati soprattutto gruppi stranieri non europei.