Boom di richieste di cassa integrazione per l'artigianato (+62%)
11:23 Lunedì 27 Gennaio 2025
Inizio d'anno in salita per l'artigianato. Molti settori chiave stanno attraversando una congiuntura estremamente negativa che ha visto un'impennata di richieste di cassa integrazione per il comparto artigiano. A incidere su questa situazione - spiega Confartigianato - sono la crisi dell'automotive, che ha coinvolto tutto l'indotto, il decalage sul Superbonus che ha messo in ginocchio le imprese del comparto edile, il settore Moda, vanto del Made in Italy, che ha registrato una importante flessione, l'autotrasporto che rischia una debacle con l'aumento delle accise e dei pedaggi autostradali. I numeri forniti dall'Ebap (Ente Bilaterale Artigianato del Piemonte) mettono in evidenza un impegno complessivo, da gennaio a novembre 2024, di 8.878.777,14 euro (lordi) con un incremento di quasi il 62% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le imprese artigiane del Piemonte che hanno beneficiato della cassa integrazione sono state 4.666 con il coinvolgimento di 26.110 addetti. A Torino sono 2.125 le imprese (11.687 addetti) che hanno utilizzato la cassa integrazione; 601 ad Alessandria (3.288 addetti); 465 a Biella (2.906 addetti); 426 a Cuneo (2.729 addetti); a Novara 420 (2.161 addetti); Asti 228 (1.235 addetti), Verbano 222 (1.159 addetti); Vercelli 179 (945 addetti). "I dati forniti dall'Ebap sono più che eloquenti - commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte - e la dicono lunga rispetto allo stato di salute dell'artigianato, un universo costituito da micro e piccole imprese che rappresenta il 98% del tessuto produttivo e che sta attraversando un periodo di profonda crisi ed incertezza". I comparti che hanno registrato una maggiore richiesta di cassa integrazione sono la produzione e lavorazione di metalli, più in generale la meccanica di precisione, il tessile e l'abbigliamento.