ACCADEMIA

Propaganda di Mosca all'università: Mattei non è nemico della Russia

L'immagine icona della campagna del Cremlino compare sulla porta del noto giurista di Torino, nel suo ufficio al campus Einaudi. È lo stesso che paragonò le restrizioni del governo Conte, ai tempi del Covid, a quelle del regime fascista

La propaganda del Cremlino entra all’Università. E se ai tempi dell’Unione Sovietica c’erano le cellule dormienti oggi i fiancheggiatori di Mosca sono più che mai svegli e attivi. Così non stupisce che sulla porta dell’ufficio del professor Ugo Mattei, al terzo piano del Campus Einaudi, sia comparsa l’immagine di una nota campagna: “La Russia non è mio nemico” si legge sull’immagine di due mani che si stringono, sovrastate dalle bandiere russa e italiana. Che in virtù della libertà d’opinione l’università subalpina si sia consegnata alla mercè di rivoltosi dl’ogni risma, a partire dall’occupazione dei pro Pal con tutto ciò che ne è scaturito, dalle messe islamiche ai danneggiamenti, è cosa nota. In questo scenario non stupisce che un docente possa prestarsi a una campagna filo-russa e anche il silenzio del rettore Stefano Geuna non è una novità.

L’immagine comparve la prima volta questa estate su manifesti con cui era stata tappezzata la città di Verona. A promuovere la campagna era stata l’associazione Verona per la libertà, sigla fondata da dirigenti di Forza Nuova ed ex leghisti, nata per protesta contro il green pass e poi spostatasi su un altro fronte, quello ucraino. Ovviamente prendendo le difese della Russia. Ora ad adottarla è il partigiano Ugo, che in passato si autocollocava “né con Putin né con la Nato”.

Classe 1961, Mattei è un giurista torinese, tra i più controversi personaggi della comunità accademica subalpina. Nel 2011 assurse alle cronache nazionali per essere stato l’ideologo dei referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici; dieci anni dopo è stato tra gli agitatori del popolo no vax, dichiarandosi contro l’obbligo vaccinale e paragonando le restrizioni imposte dal governo di Giuseppe Conte a quelle del regime fascista. C'è un filo rosso che congiunge la galassia no-vax con quella dei filo Putin, due mondi che spesso si sovrappongono. E il professor Mattei non fa eccezione. Nel gennaio 2022 annuncia la costituzione del Comitato di liberazione nazionale, di cui però si sono perse le tracce. E poi è stato tra i consulenti giuridici del Teatro Valle occupato a Roma, del movimento No Tav in Valsusa. Alle ultime amministrative di Torino si è pure candidato a sindaco, ma si è fermato al 2%.

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