REGIONE PIEMONTE

Sanità, conti in (dis)ordine sparso. Piemonte in rosso di 400 milioni

I primi preconsuntivi delle Asl. Tutti in negativo. Non poche aziende in ritardo rispetto alla scadenza. Disavanzo monstre, ma con l'aumento del fondo nazionale e le risorse della Regione s'intravvede il pareggio. Pronto un nuovo stanziamento per 40 milioni

Conti in (dis)ordine sparso. Se si dovesse raffigurare la situazione in queste ore negli uffici del grattacielo della Regione Piemonte alle prese con i preconsuntivi delle Asl, nulla sarebbe più efficace della scena di A beautiful mind con la stanza del genio della matematica John Nash tappezzata di foglietti zeppi di numeri e formule.

Ieri scadeva il termine dato dalla direzione regionale della Sanità alle aziende per fornire quelle che dovrebbero essere le anticipazioni sulla chiusura dei bilanci relativi all’anno scorso, sulle quali lavorare ancora per verificare tutte le voci e, soprattutto far quadrare i conti con il dichiarato, ma non facile, obiettivo di chiudere il bilancio complessivo della sanità piemontese in pareggio. Ma ancora a tarda sera non tutte le Asl avevano rispettato la scadenza e non poche cose da sistemare e uniformare ci sono nelle pagine e pagine che dirigenti e funzionari stanno compulsando e continueranno a farlo per un po’ di giorni. 

Le stesse prime cifre che circolano sono, pertanto da prendere con le molle, seppure già forniscano un’indicazione a conferma delle preoccupazioni e delle esortazioni a stringere i cordoni che hanno segnato il calendario dello scorso anno. Ci sono i 70 milioni di rosso dell’Asl Città di Torino che vanno considerati, comunque, su un bilancio complessivo di circa 2 miliardi e anche tenendo conto della spalmatura di una parte delle spese di Città della Salute sulle Asl del Torinese per le prestazioni erogate ai residenti in questa vasta area. E l’altro dato, quello appunto della più grande azienda ospedaliera del Piemonte, si attesta ad oggi attorno ai 41 milioni di passivo, ma anche in questo caso va considerata la cospicua dotazione, circa 150 milioni, che a ogni inizio anno corso Bramante riceve nel quadro del piano di efficientamento. Cifra non di molto inferiore quella indicata dall’Asl To3 il cui preconsuntivo si attesta a meno 35 milioni. Indica in 4 milioni il passivo il San Luigi di Orbassano.

Decisamente più pesante il buco all'Asl To5 con 55 milioni così come ’Asl di Alessandria i cui conti indicano un rosso di poco superiore ai 48 milioni, mentre si ferma sotto la soglia degli 11 milioni il disavanzo all’Asl To4. Risale verso un saldo negativo di 45 milioni l’Asl Cuneo1, mentre tra quelle di cui si conoscono, pur sommariamente i preconsuntivi, è l’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo quella più vicina a un possibile pareggio, con “soli” 7 milioni di saldo negativo, mentre un’altra azienda ospedaliera, quella Santi Antonio e Biagio-Cesare Arrigo di Alessandria da poco diventata universitaria vede il disavanzo attorno ai 21 milioni. 

Un quadro seppur parziale che rapportato a quello complessivo potrebbe portare a quella cifra superiore ai 400 milioni in grado, senza interventi che hanno aumentato le risorse, di avvicinare pericolosamente la sanità piemontese al piano di rientro con il rischio concreto di tornare al commissariamento vissuto a lungo una decina di anni addietro. I 315 milioni in più del riparto nazionale ottenuti lo scorso anno dal Piemonte, oltre ai 50 messi in conto dalle casse della Regione e reperiti al di fuori del fondo sanitario cui quasi certamente se ne aggiungeranno altri 40 con un’ulteriore manovra già allo studio dei dirigenti delle finanze al grattacielo che hanno già ricevuto la richiesta, dovrebbero portare a sfangare il 2024 chiudendo l’esercizio in pareggio, così come prevede la legge.

Per arrivare a questo obiettivo, che se non raggiunto imporrebbe un piano di efficientamento alla Regione per recuperare il disavanzo, oltre a quelle salvifiche risorse servirà anche lavorare proprio sui preconsuntivi. Prospetti che stanno arrivando a singhiozzo e con diverse “interpretazioni” da parte delle Asl di alcune voci, negli uffici della sanità regionale. Verificare se tutte le voci di entrata sono state considerate dalle aziende e in egual modo, chiarire se previsioni di incassi e rimborsi sono in tutte le tabelle e, non meno importante, leggere con attenzione le relazioni che accompagnano i documenti contabili e nel caso chiedere ulteriori chiarimenti ai vertici delle Asl. Un lavoro complesso, ma indispensabile per la correttezza dei futuri bilanci consuntivi che saranno approvati in primavera, ma ancor prima proprio per far quadrare i conti verso l’agognato pareggio di bilancio. Un lavoro che, pur dovendo fare i conti con qualche ritardo sulla tabella di marcia, dovrà essere completato in modo da poter inviare al Mef e al Ministero della Salute entro il 10 febbraio tutti i preconsuntivi del sistema sanitario di una Regione che se ha scacciato lo spettro del piano di rientro per il 2024 deve già fare i conti un un analogo rischio che per l’anno in corso potrebbe essere assai più concreto.

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