La Procura di Torino fa 13.
Parte la corsa dei sostituti
12:27 Lunedì 03 Febbraio 2025
Al vaglio della quinta Commissione del Csm i curriculum per sei posti vacanti a fianco del procuratore capo Bombardieri. Dieci sono già interni agli uffici torinesi. Tra i nomi spicca Sparagna della Direzione nazionale antimafia. Cinque aspirano a Roma
Fra tensioni e polemiche non è un momento facile per il Consiglio Superiore della Magistratura che deve comunque procedere alla scelta dei molti, troppi, vertici ed organici scoperti nelle Procure della Repubblica, Procure Generali, Corti d’Appello e Tribunali. Fra le nomine più urgenti, la quinta Commissione referente per gli incarichi direttivi del Csm si accinge a valutare le numerose candidature per i tre posti scoperti, sui nove previsti, di Procuratore aggiunto a Roma. E le tredici domande per sei ruoli a Torino.
Nella Capitale i curriculum in pole position sono scesi da sei a cinque perché Marzia Sabella, attualmente procuratrice aggiunta a Palermo, ha revocato la domanda. Fra i primi a inoltrare la candidatura Antonio Di Maio, di Magistratura Indipendente, che dopo l’annullamento della nomina a procuratore di Trani ha ottenuto il trasferimento a Roma come sostituto. Fra i candidati interni spiccano anche i curriculum di Mario Palazzi, Area, e Francesco Minisci, ex presidente Anm per Unicost, entrambi sostituti alla Dda della Capitale, di Maurizio Arcuri, pure di Unicost, magistrato segretario al Csm, e di Maria Cristina Palaia della Dna. Alla Procura di Roma inoltre sono vacanti 11 posti dei 94 sostituti previsti dall’organico. E altri sono coperti solo sulla carta perché vari magistrati sono impegnati temporaneamente ad espletare altri incarichi. Sempre a Piazzale Clodio, per il personale amministrativo, di pertinenza del Ministero della Giustizia, le scoperture raggiungono un terzo: 402 funzionari sui 613 previsti, 211 in meno.
L’altra Procura di primo piano che attende dal Csm numerose nomine di vertice è quella di Torino, dove per sei posti di procuratore aggiunto, vacanti o già in scadenza, sono state presentate tredici domande. Dopo l’arrivo di Lucia Musti, proveniente da Bologna, procuratore generale dallo scorso settembre, e di Giovanni Bombardieri, arrivato da Reggio Calabria, alla guida dei pm, si appresta a cambiare radicalmente la prima linea degli uffici subalpini. Figure “storiche” sono ormai andate uscite e altre sono in procinto di andarsene. Da Enrica Gabetta, che ha retto la procura nel lungo interregno successivo al pensionamento di Anna Maria Loreto occupandosiin particolare della pubblica amministrazione, nominata capo di La Spezia, a Marco Gianoglio coordinatore del pool che indaga sui reati economici (tra le sue inchieste quelle su Crt, sui bilanci della Juventus, l’eredità Agnelli); dall’aggiunto Cesare Parodi, attualmente alla guida del gruppo 5 (reati contro le “fasce deboli” e affari civili) alla collega Patrizia Caputo che si occupa di “Criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana”. Da coprire anche la delega alla “Tutela degli ambienti di lavoro, dei consumatori e dei malati”, a lungo ricoperta da Vincenzo Pacileo, mentre resta in carica ancora per l’anno in corso Emilio Gatti, magistrato a cui competono le indagini su “Terrorismo ed eversione dell’ordine democratico”.
Fra i dieci candidati interni alla Procura spicca il nome di Roberto Sparagna, impegnato da anni alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sul fronte delle indagini su 'ndrangheta e antagonismo. In prima fila nelle inchieste antimafia anche i sostituti Paolo Toso, Dionigi Tibone, Livia Locci, Laura Ruffino. Un sesto sostituto, Giovanni Caspani, fa parte del pool pubblica amministrazione. Altri tre candidati provengono dalla Procura Generale torinese: Marcello Tatangelo, Sabrina Nuccio e Nicoletta Quaglino. Gli esterni sono le Procuratrici dei Minori di Genova e di Catanzaro, Tiziana Polillo e Maria Alessandra Ruberto, ed il sostituto della Dna Salvatore Dolce. Se la pratica non subirà ritardi, fra l’inizio dell’estate e settembre il procuratore capo Bombardieri potrà assegnare le deleghe ai suoi nuovi aggiunti.