Rispunta la torre pediatrica con il bancomat (inesauribile?) Inail
Stefano Rizzi 15:57 Lunedì 03 Febbraio 2025Una struttura da 350 posti letto sul terreno da acquistare dalle Ferrovie. Autonoma dal Parco della Salute sarà collegata con un tunnel al complesso. Servono almeno 200 milioni. Il piano annunciato dall'assessore Riboldi in commissione. Critiche e perplessità del Pd
Il gioco della torre ha la sua versione sanitaria piemontese. Non c’è nessuno da buttare giù, o forse ce ne sarebbero troppi. Piuttosto, c’è da costruirla, la torre. Che, nel caso specifico, dovrebbe essere pediatrica, ovvero destinata ad ospitare i reparti che oggi sono nei vetusti edifici dell’ospedale Regina Margherita e Sant’Anna. L’idea di guardare in alto, prospettando un edificio decisamente verticale per sostituire le due strutture su cui e sui costi pesa il costo degli anni, non è nuova. L’aveva già tirata fuori sei anni fa, pochi mesi dopo aver assunto la delega nella prima giunta di Alberto Cirio, l’allora assessore alla Sanità il leghista Luigi Icardi, prospettando un’aggiunta al progetto del Parco della Salute.
Più di un lustro dopo, il suo successore Federico Riboldi, meloniano con il sigillo di Atreju non poco critico all’esordio con chi lo aveva preceduto, ora spiega che Icardi ha fatto anche cose buone. Tra queste l’idea della torre che oggi il titolare della sanità (se si usa la sua autodefinizione di “capo politico della sanità” si irrita come un medico che fa intramoenia alla vista di Thomas Schael) riporta in auge, portandola in IV commissione di Palazzo Lascaris. Lì Riboldi conferma quel che aveva già informalmente anticipato un po’ di tempo fa ipotizzando, appunto, la torre pediatrica che, però, non sarebbe come nella versione icardiana dentro il Parco della Salute, ma edificata su un terreno attiguo da acquistare dall’attuale proprietario, ovvero le Ferrovie dello Stato. Qualcosa come 80mila metri quadri di superficie su cui edificare la struttura capace di 350 posti letto, fuori come si diceva dal Parco della Salute, la collegata a questo da un tunnel sotterraneo. Un progetto ambizioso e, probabilmente, la soluzione ottimale per dare agli attuali due ospedali una sede imparagonabilmente più efficiente e meno costosa in fatto di consumo di energia e manutenzione.
Ma dove trovare i soldi per fare la torre? Per l’assessore il problema non si pone, giacché ai consiglieri della commissione ha spiegato che ancora una volta provvidenziale saranno le munifiche casse dell’Inail dove non mancherebbero certo i circa 200 milioni necessari per costruire la torre. Insomma, dopo aver imboccato la strada che porta ad affidarsi all’istituto nazionale per costruire - e non solo finanziare giacché le gare per individuare i costruttori saranno in capo a Inail che resterà proprietaria incassando un affitto con diritto di riscatto finale – quasi tutti i futuri ospedali del Piemonte, anche per la torre pediatrica quella sarà la soluzione.
Occasione ghiotta per l’opposizione che, con il vicepresidente della commissione, Daniele Valle del Pd, insinua il dubbio proprio sulla infinita disponibilità finanziaria dell’istituto dicendo che “Inail pare essere diventata la bacchetta magica che finanzia tutti i sogni della Regione, ma dopo sette anni di presidenza Cirio non si è ancora visto un mattone targato Inail, in Piemonte come nel resto d’Italia, salvo un caso”. Valle ricorda come “l’aumento nel 2024 del finanziamento Inail serviva per sostenere l'aumento dei costi e il dietrofront sui partenariati di Cuneo e Alessandria e quindi – chiede – dovrà dunque aumentare ancora?”. Il Pd mette sale sulla ferita snocciolando altre situazione a suo dire non certo a sostegno della linea indicata da Riboldi. “Il canone del partenariato pubblico privato per il Parco della Salute è stato spiegato che si ripagherebbe coi risparmi su manutenzione e consumi energetici, ma se il Regina Margherita finisse altrove e si aggiungesse un canone da corrispondere a Inail per la nuova struttura che fine farebbe il risparmio?”.
Questione certamente destinata ad animare e accendere il dibattito politico, cui non è del tutto estranea anche l’annunciata decisione di portare anche il Sant’Anna fuori dalla Città della Salute inserendola nella nuova azienda del Regina Margherita. Riboldi ha, appunto, annunciato questa via a metà del mese scorso. “La strada che intendiamo percorrere, con il consenso di tutti, è quella destinata a portare fuori entrambi gli ospedali dalla Città della Salute e farne un’azienda autonoma – aveva spiegato Riboldi - dove sia assicurato il percorso clinico mamma-bambino, con la concreta e vicina prospettiva di trasformazione in Irccs”.
Una decina di giorni dopo, in un’intervista a un quotidiano, non smentita nè precisata, lo stesso assessore rispondendo a una domanda sulla possibilità di un ritorno dei due ospedali dentro l’azienda Parco della Salute, aveva detto: “Ragioneremo anche su quello, ma non lo ritengo vincolante”. Ora, o Riboldi ha frainteso la domanda pensando ci si riferisse all’area del Parco, oppure il ragionamento sul possibile ritorno del Regina Margherita e del San’Anna nell’azienda di corso bramante a cosa sarebbe dovuto? E, a quel punto, che fine farebbe l’azienda appena costituita e assegnata al commissario Giovanni Messori Ioli? E chi dovrebbe fare la richiesta all’Inail e la gara per il progetto. Lungi dall’essere eburnea e in attesa di vedere quella padiatrica, il rischio oggi è quello di una torre di Babele.