Il lungo inverno del Piemonte, meno figli della media nazionale
13:59 Mercoledì 05 Febbraio 2025Torino e la regione, con 1,14 e 1,17 nati per donna, sono sotto il livello di fecondità italiano, pari a 1,20. Un fenomeno destinato a incidere sul sistema economico, previdenziale e del welfare. Le misure delle amministrazioni per fronteggiare il problema
Torino e il Piemonte, rispettivamente con 1,14 e 1,17 figli per donna, sono sotto la media nazionale dei livelli di fecondità, pari a 1,20, e hanno un indice di dipendenza superiore alla media: se in Italia è di 57 il dato che rileva quanti bambini e over 65 ci sono ogni 100 adulti, quello della regione è 59 e quello del capoluogo 61. Inoltre, in Piemonte nel 2023 sono nati 6 bambini ogni 1.000 persone, sono morte 13 persone, ne sono arrivate 8 e ne sono andate via 3. Sono alcuni dei dati illustrati dalla demografa Chiara Pronzato dell’Università di Torino durante la tappa torinese degli Stati Generali della Natalità, dai quali si evidenzia anche che con l’aumento dell’occupazione femminile cresce il numero di figli,1,17 per donna a Torino con un’occupazione femminile al 63% e, ad esempio, 1,43 figli per donna in Trentino con l’occupazione femminile al 68%.
La diminuzione della popolazione piemontese e italiana porta ad un ridimensionamento del sistema economico e il cambiamento dei rapporti numerici tra le generazioni porta ad un ulteriore ridimensionamento (gli adulti, in proporzione, sono sempre meno). E se, come rileva una recente indagine Istat del 2024 dalle intenzioni espresse dai ragazzi tra gli 11 e i 19 anni una ripresa demografica non sembrerebbe però impossibile – tant’è che tra i giovanissimi desidera avere figli il 69,4%, di questi soltanto l’8,8% è per il figlio unico, mentre il 18,2% pensa a tre o più figli – è anche vero che le nuove generazioni multiculturali e digitali esprimono preoccupazioni: un ragazzo su tre dichiara di aver paura del futuro e il 34% vorrebbe vivere all’estero da grande.
“Non è questione di convincere i giovani a fare figli, ma di metterli nelle condizioni di realizzare i loro sogni e oggi in Italia non è possibile – dice Gianluigi De Palo, presidente Fondazione per la Natalità e ideatore degli Stati generali della natalità –. Chi non vuole un figlio può non farlo, chi lo vuole oggi è in difficoltà a farlo perché è la seconda causa di povertà in Italia. È un tema del Paese. Troppo spesso assistiamo a un paradosso: investiamo risorse significative nella formazione di ragazzi e ragazze, preparando eccellenze nei nostri atenei, ma non siamo in grado di trattenerli. Dobbiamo capire che il futuro del Paese dipende dalle scelte che facciamo oggi per sostenere i giovani e le famiglie. L’Italia può vincere la sfida demografica solo se affrontata insieme, per questo ora vogliamo portare avanti alcune sfide cruciali in una logica di sussidiarietà”. Da qui è nata una petizione popolare per l’istituzione di un’Agenzia per la natalità, che coordini politiche e iniziative a livello nazionale per formare una rete di amministratori per la natalità.
“Un tema significativo per chi ha responsabilità di governo – afferma il presidente della Regione, Alberto Cirio – e le amministrazioni pubbliche devono fare molto, perché la natalità rappresenta il presupposto di ogni problema e di ogni soluzione. Dobbiamo interrogarci su cosa possiamo fare, se le misure messe in campo sono sufficienti e noi come Regione abbiamo attivato degli strumenti e vogliamo fare ancora di più e utilizzare sempre meglio le risorse del Fondo Sociale Europeo”. Anche per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo “la crisi demografica è una sfida che riguarda il futuro di tutte e tutti perché senza giovani rischiamo di comprometterne il sistema di welfare e, in prospettiva, di mettere in crisi strutturale temi importanti come la sanità o la previdenza”. Per l'assessore regionale Maurizio Marrone “c’è la necessità di vedere tutto ciò che riguarda la natalità come qualcosa che ha a che fare col fattore culturale e sociale insieme”, mentre la vicesindaca Michela Favaro ricorda come la Città di Torino sia stata “la prima grande città metropolitana ad aver aderito al network dei Comuni amici della famiglia. Abbiamo predisposto un Piano famiglia per rendere la città più accogliente per le famiglie che vivono qui e attrarne di nuove a stabilirsi qui”. Fra gli strumenti anche una app dove sia facile avere le informazioni su tutto ciò che riguarda le famiglie, dagli spazi ai servizi alle agevolazioni.