Pichetto ci manda in bolletta: "Per il 2025 sarà molto dura"
14:08 Martedì 04 Marzo 2025Secondo il ministro La Palisse "in uno scenario sempre più complesso come quello che stiamo vivendo, l'energia diventa sempre più importante". Ammazza che analisi. Per poi proseguire in un crescendo: "Servirà qualche anno per capire i costi del nucleare"
È il ministro La Palisse. “In uno scenario sempre più complesso come quello che stiamo vivendo, l'energia diventa sempre più importante. Il 2025 sarà ancora molto duro salvo non ci sia diminuzione del prezzo del gas, che è legato a equilibri geopolitici. Mi auguro che si arrivi alla pace in Ucraina, che venga difesa dai Paesi europei e che permetta al gas di passare a 30”. Gilberto Pichetto Fratin, titolare delle deleghe dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel governo di Giorgia Meloni, appare disarmante prima ancora che disarmato. Nel suo intervento a Il peso dell'Energia, evento organizzato a Palazzo Ferrajoli di Roma sfoggia il solito piglio da gatto sornione.
Un atteggiamento “fatalistico”, come lo definisce il capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone, “del tutto inaccettabile: il ministro sembra percepire il caro bollette come qualcosa davanti a cui non ci si possa che arrendere. Come si trattasse della grandine. Ma non è affatto così”. Sulle bollette si può intervenire, eccome. Pungola l’esponente renziano. “E non solo con bonus-patacca previsti in grande ritardo, come quelli approvati dal Cdm venerdì scorso. Ci vuole ben altro. Per esempio, lavorare per sganciare il prezzo delle fonti rinnovabili da quello del gas. O intervenire per sfruttare al meglio il settore idroelettrico”.
La pioggia lo bagna, il sole l’asciuga ma il prode Gil non deflette. “Dobbiamo avere un mix energetico se vogliamo che il nostro Paese resti nel futuro. Sul nucleare, però, l’Italia non ha ancora un quadro giuridico che preveda norme di controllo e di formazione. E anche di portare avanti le professionalità. Dopo la Francia siamo il Paese con più importanti cervelli. Siamo impegnati anche negli Stati Uniti. Dobbiamo formare tutti, anche il saldatore per il reattore, che deve avere una specializzazione. Si tratta quindi di avere un quadro giuridico completo nel quale muoversi. Il Parlamento deciderà e poi ci saranno dodici mesi per le norme attuative”. Se tutto va bene se ne parla tra una decina d’anni.
E con solidi argomenti contesta pure le obiezioni sui costi del nucleare, che secondo alcuni non sarebbero eccessivi. “Ma non è così – assicura il ministro – servirà qualche anno prima di dirlo davvero”. Ah beh, sì beh direbbe Jannacci. “La tecnologia sta andando avanti in modo inimmaginabile. Quattro anni fa mi occupavo dei grandi progetti europei, come viceministro di Giancarlo Giorgetti. Vennero a parlarci dei treni ad idrogeno, ci dissero che sarebbero arrivati nel 2026 ma sono arrivati due anni prima del previsto, nel 2024. Dobbiamo attrezzarci perché la ricchezza del futuro sarà nella capacità di avere energia”.