Garante meloniano senza requisiti. Nomina a rischio in Regione
Oscar Serra 17:44 Martedì 04 Marzo 2025Ravalli, primo dei non eletti nella lista di FdI, designato solo qualche mese fa alla guida dell'autorità piemontese per l'Infanzia non avrebbe la laurea. Giovedì si riunisce la Commissione nomine per valutare la decadenza dall'incarico
La questione è apparentemente marginale eppure in Fratelli d’Italia da un paio di giorni non si parla d’altro. Oggi una giunta straordinaria al grattacielo della Regione Piemonte per decidere il da farsi, giovedì si riunirà la Commissione Nomine presieduta dal numero uno di Palazzo Lascaris Davide Nicco. In ballo c’è la più che probabile decadenza del Garante dell’Infanzia, il meloniano Giovanni Ravalli, da poco nominato dopo essere stato “trombato” alle urne. E dire che a lui quel posto stava anche piuttosto stretto al punto da aver rinunciato in un primo tempo all’incarico, poi invece accettato seppur senza troppo entusiasmo. Mentre Alberto Cirio se ne sta come un puciu sul Machu Picchu, a oltre duemila metri d’altezza, a Torino è esplosa l’ennesima grana nella maggioranza.
Non è uno fortunato Ravalli, conosciuto in FdI anche come “Primo escluso” giacché a ogni elezione questa più o meno è la sua sorte. Non ha fatto eccezione anche l’ultima tornata elettorale per le regionali in cui il prof di religione si è ritrovato ancora una volta primo, ma dei non eletti. Non sono bastate le 2.366 preferenze racimolate (sito del Viminale) , nonostante l’exploit di Fratelli d’Italia gli eletti sono stati cinque più uno (anzi una, Alessandra Binzoni) subentrato come supplente dopo la promozione in giunta di Maurizio Marrone. E così al povero Ravalli non è rimasto che il premio di consolazione, una nomina in seno al Consiglio, neanche delle più prestigiose (che in politica significa “remunerate”) quella di Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, appunto.
Il suo nome era emerso dopo ore di trattative in cui nessuna delle correnti di FdI voleva “intestarselo” come si dice in gergo e così alla fine, nonostante lui sia di Torino, è stato il partito di Asti a doversi far carico di tale designazione in ossequio al sistema di spartizione delle poltrone ideato dal capogruppo Carlo Riva Vercellotti, il cosiddetto Cencelli 2.0. A monte della sua possibile (probabile) decadenza ci sarebbe la mancanza di alcuni requisiti, a partire dalla laurea. Ravalli, infatti, dopo aver conseguito il diploma all’Istituto tecnico agrario di Caltagirone (Catania) ha ottenuto una specializzazione in Pedagogia e Didattica presso la Pontificia Università della Santa Croce, un titolo che gli ha consentito di insegnare religione in questi anni, ma che tuttavia non sarebbe mai stato equiparato alla laurea. Un bel guaio se si tiene conto che in caso di comunicazione mendace sull’autocertificazione potrebbe scattare anche la segnalazione alla Procura della Repubblica.