Auto, M5s sorpassa il Pd a sinistra:
"Ai cancelli di Mirafiori"
17:40 Mercoledì 05 Marzo 2025
Conte raduna i suoi eletti davanti allo stabilimento Stellantis di Torino per una mobilitazione di piazza. Appuntamento il 21 marzo: "800 miliardi per le armi e 2,8 per l'automotive, rischiamo la desertificazione industriale"
L’auto è in crisi e il Movimento 5 stelle scende in piazza. Così il partito di Giuseppe Conte sorpassa a sinistra il Pd, rivolgendosi direttamente ai lavoratori di uno dei settori più tartassati dall’Europa: il 21 marzo l’ex premier sarà davanti ai cancelli di Mirafiori per protestare contro il Piano dell’Ue assieme alla ministra spagnola del lavoro Yolanda Diaz, europarlamentari, deputati, senatori, consiglieri regionali e comunali, sindacalisti e lavoratori del settore automotive piemontese. “A Bruxelles sentiranno la nostra voce” affermano in in una nota congiunta gli eurodeputati pentastellati Pasquale Tridico, Gaetano Pedullà e Dario Tamburrano.
Una mobilitazione generale che partirà proprio da Torino: “800 miliardi di euro per l’industria della difesa, 2,8 miliardi per quella dell’auto in crisi profonda. Il piano d’azione per rilanciare il settore dell’automotive presentato oggi dalla Commissione europea è assolutamente insufficiente: come dare l’aspirina a un paziente oncologico” proseguono i tre che chiedono la mobilitazione di risorse ingenti (almeno 100 miliardi sul modello Sure) per rilanciare il settore. “Nel piano europeo sulle auto, data la contingenza economica, è accettabile che si sia concessa una certa flessibilità sui tempi di attuazione - proseguono i tre -, è positiva anche l’intenzione di migliorare la trasparenza nei prezzi delle ricariche dei veicoli elettrici e soprattutto la conferma del traguardo del 2035 per lo stop all’immatricolazione delle auto inquinanti, ma non basta. L’industria dell’auto europea sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia: il rinnovamento tecnologico e la domanda vanno sostenuti con investimenti pubblici. La Commissione ha invece come priorità armi e guerra, ma così facendo rischiamo la desertificazione industriale e la perdita di migliaia di posti di lavoro”.