Medici, 4 miliardi di ferie "saltate". Asl in allarme preparano i soldi
Stefano Rizzi 16:08 Giovedì 06 Marzo 2025Triplicate le cause per "monetizzare" i giorni di riposo non goduti. Quasi sempre i tribunali danno ragione ai camici bianchi. Situazione peggiorata dopo il Covid e per la carenza di personale. In Piemonte dopo il salasso dei gettonisti lo spettro dei risarcimenti
L’eredità della lunga emergenza Covid e la carenza di personale negli ospedali stanno presentando un conto che potrebbe farsi ancor più salato. Riguarda le richieste di risarcimento avanzate dai medici che, andati in pensione o lasciato il posto per altri motivi, battono cassa per tutti i giorni di ferie non goduti.
Si contano a centinaia, solo lo scorso anno, le cause intentate e vinte dai camici bianchi. Cause che rispetto al passato si sono più che triplicate nel numero, ponendo un serio problema economico alle Asl e alle aziende ospedaliere che, non a caso, stanno in molti casi predisponendo tesoretti per far fronte alle sentenze che continuano ad essere emesse.
A Perugia l’azienda ospedaliere ha dovuto pagare 16mila euro a un primario costretto a fare turni straordinari e rinunciare alle ferie e dietro di lui almeno altri dieci professionisti dello stesso ospedale andati in pensione si sono rivolti al giudice. Appena un mese fa la Corte d’Appello di Roma ha confermato la sentenza a favore di un medico respingendo il ricorso di un’Asl capitolina. Un’altra causa arrivata in Cassazione ha nuovamente dato ragione al medico imponendo all’azienda sanitaria per cui aveva lavorato saltando le ferie di pagare 43mila euro.
Secondo un sondaggio di Anaao-Assomed supererebbero i 5 milioni i giorni di ferie non goduti, accumulati negli anni dai medici ospedalieri ancora in servizio, cui vanno aggiunti quelli dei professionisti che hanno lasciato il servizio e che, come risulta, in numero crescente intentano causa. Numeri che tradotti in soldi sfiorano i 4 miliardi.
A preoccupare ulteriormente le aziende sanitarie, da una parte strette dalla carenza di personale e dall’altra dal rischio di rivendicazioni economiche, si aggiungono i tempi a disposizione per intentare la causa visto che la prescrizione è stabilita in dieci anni dalla fine del rapporto di lavoro. Insomma, una spada di Damocle che incombe sui bilanci già quasi sempre in profondo rosso. Fino al 2023 la media dei giorni da monetizzare passando attraverso il tribunale andava dagli 80 ai 100, sia pure con punte di 450 con conseguenti indennizzi superiore ai 100mila euro.
Gli effetti della lunga emergenza pandemica cui si sono aggiunti quelli della penuria crescente di camici bianchi, la stessa che ha portato il Piemonte a raggiungere il record nel ricorso ai gettonisti, lascia facilmente supporre che il numero delle cause sia destinato ad aumentare notevolmente nei prossimi mesi e anni in concomitanza con il pensionamento o il licenziamento dei medici.
La questione, al di là delle prescrizioni di legge che definisce “irrinunciabile” il diritto alle ferie, appare di non facile soluzione proprio di fronte alla necessità di garantire i servizi e, quindi, imponendo spesso di rinviare sine die la fruizione del periodo di riposo. Nel frattempo, mentre per sopperire all’insufficiente organico di camici bianchi si arriva a situazioni come quella piemontese, appena citata, del ricorso ai medici forniti dalle cooperative, le Asl devono accantonare parte della già scarse risorse in vista di sempre più frequenti cause per il pagamento, con interessi e spese legali, delle ferie non fruite.