Medici di famiglia, lite tra sindacati
Stefano Rizzi 16:52 Venerdì 07 Marzo 2025Dal Piemonte durissimo attacco di Barillà (Smi) al segretario nazionale della Fimmg. "Dica quante ore lavora come medico al giorno". Al centro dello scontro la riforma annunciata da Schillaci e osteggiata dalla sigla guidata da Scotti. Le ricadute sui tavoli regionali
Febbre a quaranta e più sul(la) fronte sindacale dei medici di famiglia. Che ci fossero divergenze tra le varie sigle di rappresentanza in merito alla riforma preannunciata dal ministro della salute Orazio Schillaci e in particolare sull’impiego dei camici bianchi nelle future case di comunità e, più ancora, il loro ipotizzato passaggio dalla libera professione alla dipendenza è cosa nota. Meno prevedibile che si arrivasse in fretta a veri e propri scontri come quello che contrappone lo Smi alla Fimmg e che vede partire proprio dal Piemonte colpi ad alzo zero verso la più potente e partecipata sigla di rappresentanza e, in particolare verso il suo segretario nazionale Silvestro Scotti.
Quest’ultimo in un recente intervento ha ribadito l’inutilità della riforma cui sta lavorando il ministro: “Non serve”, taglia corto Scotti il quale sostiene come sia “già stata fatta nel 2012” e quanto alle case di comunità “ancora non è chiara la loro funzione”. A sostegno di queste tesi e altri punti controversi il segretario nazionale della Fimmg punta il dito contro le Regioni “che avrebbero dovuto fare atti di programmazione per stabilire come venivano raggruppati nelle aggregazioni finzionali territoriali, le Aft, medici che avrebbero dovuto garantire una presenza di 16 ore giornaliere e poche Regioni lo hanno fatto”. Ma va oltre spiegando che il medico di famiglia “non può avere un orario di cura, ma un tempo di cura” e “nel momento in cui si passa a una rapporto a ore, formalmente io medico lavorerò con l’obiettivo di completarlo, restando tranquillo al di fuori del mio orario”. Insomma una critica decisa che non pare lasciare spazi di discussione di fronte al nuovo sistema in fase di studio al ministero.
Ma non dà Lungotevere Ripa, sede del dicastero, ma da uno studio di medico di famiglia del Piemonte arriva la durissima replica a Scotti. “Costui parla a nome dei medici di medicina generale perché rappresenta un sindacato, ma per essere credibile – scrive il segretario regionale dello Smi Antonio Barillà sarebbe utile che dicesse ai medici di medicina generale che lavoro fa e quante ore di lavoro effettivamente svolge durante la settimana”. Quasi un colpo sotto la cintura quello che Barillà sferra al numero uno della Fimmg, sindacato con cui anche nelle trattative regionali i rapporti si sono fatti sempre più tesi anche e soprattutto sulla controversa vicenda delle Aft nei cui riguardi lo Smi così come lo Snami hanno sempre mostrato cautela, tenendo conto delle oggettive difficoltà a partire dalla scarsità di medici, rispetto all’accelerazione impressa dal sindacato guidato da Scotti e in Piemonte da Roberto Venesia.
Fatta la caustica premessa, Barillà arriva all’affondo: “Altrimenti è lecito pensare che parla di un lavoro che non svolge e quindi non conosce fino in fondo i problemi quotidiani, perché – aggiunge – stipendiato legittimamente dal sindacato, come peraltro molti altri e che per questo – chiosa al curaro – non sono credibili”. Un attacco di cui è difficile trovare precedenti altrettanto duri, che certamente non chiuderà qui la questione, trasferendo probabilmente queste ormai palesi e dichiarate posizioni conflittuali anche sui tavoli aperti proprio in Piemonte.