Comuni più virtuosi dello Stato: solo il 13% non paga in tempo
13:45 Domenica 09 Marzo 2025Si è quasi dimezzato il numero delle città capoluogo di provincia che hanno sforato il limite dei 30 giorni entro cui, per legge, le pubbliche amministrazioni devono saldare le fatture. In Piemonte ottime performance di Cuneo (8,6 giorni) e Torino (10 giorni)
Mentre lo Stato ha accumulato debiti nei confronti dei propri fornitori per 10,6 miliardi, pari a 2,8% del Pil, le amministrazioni locali – in specie i Comuni – risultano buoni pagatori. Tra il 2023 e il 2024 si è infatti quasi dimezzato il numero delle città capoluogo di provincia italiane che hanno sforato il limite temporale entro cui devono essere saldati i debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, ovvero 30 giorni dalla data di ricezione della fattura o richiesta di pagamento. I capoluoghi di provincia che risultano aver superato questo limite nell’arco del 2024 sono 15, pari al 13% del totale. L’anno prima erano stati 27 (24%), e nel 2022 erano stati addirittura 41, più di uno su tre. A metterlo in evidenza è un’analisi condotta da Centro Studi Enti Locali che ha effettuato una ricognizione degli indici di tempestività di pagamento pubblicati sui siti istituzionali delle città capoluogo di provincia.
Il tempo medio di pagamento di una fattura si è ridotto di 5 giorni dal 2023 al 2024 (da 29 a 24 giorni) e addirittura del doppio se comparato con il 2022, anno in cui mediamente un debito commerciale di una città capoluogo di provincia veniva pagato in 34 giorni. A distinguersi per un recupero record è stata, in particolare, Napoli che, dopo aver vestito per anni la “maglia nera” della grande città italiana con i tempi medi di pagamento più lunghi, ha recuperato ben tre posizioni ed ha ceduto il posto ad Andria, che ha registrato il primato negativo dei pagamenti a 145 giorni (quasi 4 mesi in più rispetto al limite fissato nel 2002 dal decreto legislativo 231), Vibo Valentia (87 giorni) e Caserta (70 giorni). Tra i capoluoghi di provincia più virtuosi, troviamo Iglesias e Pistoia che hanno saldato le proprie fatture, mediamente, dopo solo 6 giorni dalla ricezione, Grosseto con 7,7 giorni, Verona con 8 giorni, Cuneo con 8,6 giorni, Torino con 10 giorni, Belluno e Venezia con 10,8 e 10,9 giorni.
Altro dato molto positivo è che, su questo fronte, sembrano essersi significativamente accorciate anche le distanze territoriali all’interno della penisola. Se nel 2023 lo scarto medio tra i tempi di pagamento di una città del sud e di una del nord era di circa un mese, nel corso del 2024 questo si è ridotto a 11 giorni. Di contro, non può non saltare all’occhio che 13 su 15 delle città che hanno sforato il limite imposto dalla legge sono localizzate al sud (4 in Campania, 3 in Sicilia, 2 in Calabria, Molise e Puglia). Le uniche eccezioni sono rappresentate da Roma e Frosinone che hanno avuto, rispettivamente, tempi di pagamento medi di 35 e 46 giorni.
L’andamento positivo registrato complessivamente si conferma anche restringendo il campo di analisi alle sole città capoluogo di regione. Se nel 2019, più della metà di queste 20 città sforavano il tetto dei 30 giorni, nel 2024 (al netto di 2 città che non hanno ancora reso noto il dato medio annuale), hanno mancato l’obiettivo soltanto 4 amministrazioni: Napoli (63 giorni), Catanzaro (35,8), Roma (35) e, per un soffio, Campobasso, con 30,23 giorni. Il tempo medio impiegato dalle città capoluogo di regione per pagare i propri fornitori è calato di anno in anno, passando dai 73 giorni del 2019 ai 58 del 2020, 47 del 2021, 40 del 2022, 29 del 2023, 21 del 2024.