PALAZZO LASCARIS

In Regione Piemonte il nulla è all'ordine del giorno

Nessun disegno di legge in arrivo dalla giunta, zero proposte dal consiglio e così l'Aula regionale si riunisce solo per interrogazioni, interpellanze e mozioni. Intanto il presidente Nicco si cuce una fascia d'ordinanza e ostenta il ritratto ufficiale

Interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno come se piovesse. Nel Consiglio regionale del Piemonte si parla di tutto e non si decide niente. Di leggi neanche l’ombra. La lunga maratona sul bilancio aveva sfibrato l’assemblea che la settimana successiva già si era presa una pausa (d’altronde era martedì grasso), ora si torna in aula ma senza lo stress di dover approvare provvedimenti di qualche interesse per i piemontesi. Nella convocazione del presidente Davide Nicco ci sono solo nove odg e una mozione. In sostanza, chiacchiere.

Il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca, ora che non governa più l’Edisu per interposta persona, chiede di dirottare parte delle risorse per le borse di studio in favore di sanità e trasporti. Proprio mentre la giunta ha approvato la delibera che trasferisce all’ente per il diritto allo studio 19 milioni necessari per coprire anche i 3.446 idonei in attesa di pagamento “che riceveranno il bonifico entro questa settimana” assicura la vicepresidente Elena Chiorino. “Con questo ulteriore sforzo – prosegue – i beneficiari nel 2024/2025 diventano 18.577 (suddivisi in 15.131 vincitori e 3.446 idonei), per un importo complessivo che sfiora i 102 milioni. Da tempo la maggioranza s’interroga su come modificare i criteri di assegnazione di un contributo che premia in modo indistinto tutti, introducendo qualche elemento di meritocrazia, ma il rischio di uscirne con le ossa rotta rispetto alle proteste dell’opposizione è altissimo. “Una cosa è certa – spiega un assessore – cento milioni su questo capitolo sono francamente troppi” e su questo c’è una sostanziale unanimità nel centrodestra. Così come sull’estemporaneità di un ordine del giorno che di fatto sposta nulla.

La produzione legislativa della giunta è scarsa, quella del Consiglio è addirittura nulla. In compenso il presidente del parlamentino piemontese Davide Nicco ha trovato il tempo per farsi fare una fascia da indossare nelle occasioni ufficiali con il drapò simbolo della Regione, “e col fatto che la concede spesso anche agli esponenti di minoranza nessuno si lamenta”. Non solo: nei primi mesi del suo mandato si è pure già fatto immortalare in un ritratto che campeggia nel suo ufficio ed è già pronto per essere appeso nella sala dei presidenti. Di provvedimenti, però, neanche a parlarne. Il piano socio-sanitario, tanto per fare un esempio, sembrava fosse pronto e invece a nove mesi dalle elezioni l’assessore Federico Riboldi non ha partorito neanche una bozza. Sull’edilizia sanitaria si naviga a vista. In maggioranza e opposizione ci si accapiglia solo sulle nomine. Per fortuna, all’orizzonte c’è già una nuova infornata.

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