ECONOMIA DOMESTICA

L'auto frena l'export del Piemonte, scende al quinto posto in Italia

Nel 2024 cala di una posizione dietro Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. Determinante il crollo registrato nelle vendite di autoveicoli verso Germania e Stati Uniti. In positivo alimentare e tessile abbigliamento. Campanello d'allarme

La “vocazione” traballa. Il Piemonte è una regione fortemente orientata all’export e di conseguenza è in balia delle turbolenze dei mercati esteri. Secondo l’Istat, come tutto il Nord Ovest presenta nel quarto trimestre 2024 una flessione dello 0,8%, mentre su base annua il calo registrato da Unioncamere è del 4,9%. Un campanello d’allarme, visto che l’economia piemontese non solo risulta più vulnerabile di altre alle fluttuazioni della domanda estera, ai cambiamenti nei tassi di cambio e alle condizioni economiche globali, ma nella quale la componente industriale relativa all’automotive è parte preponderante. La specializzazione in settori come quello dei mezzi di trasporto, che sta vivendo un periodo di profonda trasformazione, segnato da molteplici sfide a livello mondiale, e lo stretto legame con partner commerciali quali la Germania, tradizionalmente considerata la locomotiva d’Europa, ma che ora sta attraversando un periodo di notevoli difficoltà, stanno penalizzando il commercio estero piemontese.

Nel 2024 il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 60,5 miliardi di euro, registrando un calo del 4,9% rispetto al 2023, anno in cui le vendite oltre confine di merci piemontesi avevano raggiunto i 63,6 miliardi di euro. Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione lievemente meno intensa (-3,7%), raggiungendo i 45,3 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 15,3 miliardi di euro, si è confermato, dunque, ancora una volta di segno positivo.

Se nel 2023 il Piemonte aveva segnato il risultato migliore tra le principali regioni esportatrici italiane, nel 2024 non solo ha evidenziato il calo più significativo, ma ha anche perso la quarta posizione a vantaggio della Toscana, regione che, invece, ha fornito il contributo più significativo per la tenuta dell’export nazionale. Tra le principali regioni esportatrici la Lombardia ha evidenziato una stabilità delle proprie vendite oltre confine rispetto al 2023 (+0,6%), confermandosi la prima regione per export a livello nazionale con una quota pari al 26,3%. Al secondo posto per incidenza sul totale italiano (13,4%) si colloca l’Emilia-Romagna, che ha mostrato una riduzione dell’export dell’2,0%. Terzo per peso (12,9%) il Veneto, ha registrato un calo delle vendite oltre confine dell’1,8%. Grazie a un incremento a doppia cifra delle proprie esportazioni (+13,6%), in buona parte sostenuto dalla vendita oltre confine di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, la Toscana ha conquistato la quarta posizione generando una quota del 10,1% dell’export italiano. Il Piemonte, registrando un calo di oltre 3 miliardi del valore delle merci esportate nel 2024 rispetto al 2023, pari ad una variazione percentuale del -4,9%, scende in quinta posizione, con una quota dell’export nazionale che si attesta al 9,7%.

Nel dettaglio dei singoli Paesi, Francia e Germania si confermano primo e secondo mercato di sbocco delle merci piemontesi, generando rispettivamente il 15,3% e 13,3% del valore complessivo. Nel corso del 2024, entrambi i partner hanno ridotto il valore degli acquisti di prodotti locali, con le vendite dirette in Germania (-11,2%) che hanno, però, scontato una flessione di intensità quasi doppia rispetto a quelle destinate al partner transalpino (-5,9%), risultato che è apparso fortemente condizionato dalle pesanti contrazioni subite dalle esportazioni piemontesi di autoveicoli e componenti verso il mercato tedesco. Gli Stati Uniti restano il terzo partner di riferimento dell’export piemontese, con una quota dell’8,3%, pur avendo registrato, nel corso del 2024, un calo superiore a quello medio regionale (-7,3%). Tale dinamica è scaturita in primo luogo dalle flessioni del valore delle vendite regionali di macchine di impiego generale, autoveicoli e articoli di gioielleria e bigiotteria. Seguono Spagna, Polonia e Regno Unito, che hanno assorbito rispettivamente il 6,0%, 5,3% e 4,2% del valore delle vendite oltre confine di prodotti locali. Le performance sperimentate su questi mercati sono apparse fortemente eterogenee: la Polonia ha registrato un incremento di 6 punti percentuali, la Spagna una sostanziale stazionarietà, il Regno Unito un calo prossimo ai 7 punti. Restando all’interno dei confini comunitari si segnalano i risultati pressoché opposti messi a segno dalle esportazioni piemontesi in Belgio (-12,4%) e Paesi Bassi (+11,5%), mentre al di fuori si evidenziano la crescita registrata in Cina (+11,1%) e le flessioni scontate, per contro, in Svizzera (-9,9%) e Turchia (-15,2%).

Analizzando il contributo fornito dalle singole realtà provinciali, si evince come il 42,5% dell’export regionale sia generato dalla provincia di Torino, seguita da Cuneo (18,5%), Alessandria (12,1%) e Novara (11,0%). In termini di dinamica, la flessione del 4,9% scontata a livello complessivo regionale è scaturita da risultati locali fortemente eterogenei, che riflettono le differenti specializzazioni settoriali dei tessuti produttivi provinciali. Torino (-13,1%) e Biella (-11,1%) hanno registrato i cali più intensi, mentre Cuneo (+5,2%), Novara (+5,5%) e soprattutto Vercelli (+9,7%) si sono rese protagoniste di performance particolarmente positive sui mercati esteri.

“I dati del 2024 ci consegnano un quadro molto complesso per l’export piemontese – spiega Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte –. Questo risultato ci pone di fronte a sfide significative, ma non ci deve scoraggiare. È evidente che la nostra specializzazione in settori come l'automotive, in piena trasformazione, ci rende vulnerabili alle oscillazioni del mercato”.

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