"Ignoranza o negligenza inscusabile", chieste sanzioni per il pm Colace
17:30 Martedì 11 Marzo 2025Il procuratore generale della Cassazione chiede il trasferimento e la perdita di un anno di anzianità per il magistrato torinese sotto procedimento disciplinare per aver intercettare illegalmente per tre anni circa 500 volte l'ex senatore Esposito
La procura generale della Cassazione, all’udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm, ha chiesto il trasferimento delle funzioni e di ufficio con la perdita di un anno di anzianità per il pm di Torino Gianfranco Colace e per la gip Lucia Minutella. La vicenda riguarda le intercettazioni telefoniche disposte tra marzo 2015 e il marzo 2018 nel procedimento denominato “Bigliettopoli”, in cui sono finite diverse conversazioni dell’allora senatore dem Stefano Esposito con l’imprenditore Giulio Muttoni. I due magistrati sono accusati di “grave violazione di legge, determinata da ignoranza o negligenza insecusabile” per un mancato rispetto delle regole sulle intercettazioni telefoniche perché disposte senza aver prima chiesto l’autorizzazione parlamentare.
Secondo l’accusa in particolare, il pm Colace avrebbe chiesto il rinvio a giudizio di esposito indicando fra le fonti di prova anche le intercettazioni telefoniche “incriminate” e la gip Minutella avrebbe disposto il rinvio a giudizio dell’allora senatore Pd indicando quelle stesse intercettazioni quali fonti di prova. Chiedendo la sanzione disciplinare oggi il sostituto procuratore generale della Cassazione Marilia Di Nardo ha definito quelle intercettazioni “indirette e non occasionali, una captazione prolungata nel tempo”.
Per la difesa hanno preso la parola il procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini e Marcello Maddalena, ex procuratore capo e procuratore generale di Torino, oggi avvocato. “Quale sarebbe la norma di legge violata? – ha detto Cascini –. Si accusa di aver usato come prove le intercettazioni in una fase in cui in realtà non vengono utilizzate. La gip ha deciso ragionando, citando la giurisprudenza della Cassazione. Come è possibile parlare di negligenza? Si può non essere d’accordo con il suo operato ma ha fatto il suo lavoro con coscienza e motivando” ha sottolineato Cascini chiedendo l’assoluzione per la gip di Torino. Quanto al pm Colace, “ha chiesto semplicemente che fra le fonti di prova di un procedimento con decine di indagati ci fossero le intercettazioni telefoniche ma non ne ha mai utilizzata una” ha aggiunto il difensore Maddalena sollecitando l’assoluzione davanti alla sezione disciplinare del Csm. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 25 marzo per le repliche e in quella data è prevista la sentenza.