DIRITTI & ROVESCI

Diritto (negato) allo studio. Salta il dibattito all'Università di Torino

Per l'ateneo "non si è completato l'iter" per la prenotazione della sala. Così il rettore Geuna si nasconde dietro un cavillo mentre i Pro Pal mettono in scena il solito presidio. La professoressa Mastromarino: "Pronti ad ascoltare le opinioni di tutti". O quasi

Ancora una volta l’Università di Torino si arrende ai facinorosi. Sono stati costretti a rinunciare i relatori del dibattito intitolato “Contro l’antisemitismo e la violenza nelle università” promosso dalla rete Vogliamo studiare. “Per motivi burocratici il nostro evento oggi non lo faremo. Però ci troviamo di fronte a una situazione in cui i gruppi pro palestinesi sono là a fare la loro solita propaganda. Noi restiamo fuori e loro invece fanno quello che vogliono” protesta Luca Spizzichino, presidente dell’Unione giovani ebrei Italia (Ugei), davanti al campus Einaudi di Torino dove si sarebbe dovuto svolgere l’incontro. Una discussione figlia delle recenti tensioni nel mondo accademico, a partire dai rapporti con le università di Israele e con le associazioni Pro Pal sul territorio. Tra i relatori erano annunciati, oltre a Spizzichino, Pietro Balzano, autore del Manifesto nazionale per il Diritto allo Studio, Fausto Recupero di Studenti per Israele, Matteo Gallera di Studenti per le Libertà, Federico Mancuso di Studenti Liberali, Davide Filippi, Studente dell’Università degli Studi di Torino e la professoressa Giovanna Pacchiana Parravicini in veste di moderatrice.

Nei giorni scorsi il dipartimento di Scienze politiche ha approvato il boicottaggio accademico nei confronti degli atenei israeliani, decisione che tuttavia non è poi stata recepita dall’Università. La tensione, però, resta e i fatti di oggi lo confermano. “Emerge con forza la necessità di riaffermare i principi di libertà accademica, diritto allo studio e cooperazione internazionale” avevano affermato i sostenitori del Manifesto nazionale per il diritto allo studio che avrebbero dovuto presentare oggi, alle 16, al Campus Einaudi. “L’incontro rappresenta un’importante occasione di confronto, con l’obiettivo di riaffermare il diritto allo studio come pilastro fondamentale dell’istruzione universitaria”. O meglio avrebbe dovuto rappresentare. Ufficialmente l’incontro è saltato per motivi legati alla procedura per cui non c’è stata l’assegnazione dell’aula. “Credo nella buona fede dell’Università di Torino – dice Spizzichino – che afferma che secondo alcune linee guida l’evento non andava bene. Ma di fatto si doveva parlare del manifesto del diritto allo studio. Si doveva parlare di antisemitismo, di lotta contro l’antisemitismo, di contrasto alla violenza e alle occupazioni. Questo era il tema di oggi, lo stesso portato alla Statale di Milano a febbraio, quando siamo stati contestati. Resta il fatto – conclude Spizzichino – che noi non possiamo entrare nel campus, mentre i pro Palestina continuano a occupare e a fare apologia di terrorismo disegnando sulle nostre locandine il triangolo capovolto rosso, simbolo usato da Hamas per segnare gli obiettivi da colpire”.

Mentre il dibattito veniva annullato al campus si svolgeva regolarmente un presidio dei collettivi studenteschi pro Palestina, che si erano dati appuntamento per protestare contro l’evento. “Noi ci sentivamo in ostaggio sulla passerella che conduce al campus, mentre le forze dell'ordine ci sbarravano la strada” commenta Francesco Aglieri Rinella, vicepresidente della Circoscrizione 3 di Torino che aveva raggiunto l’Università per ascoltare il dibattito “essendo io da sempre un sostenitore di Israele e del suo diritto di esistere”. Per evitare che le due fazioni potessero incontrarsi chiunque avesse a che fare con l'incontro è stato tenuto fuori, che si trattasse di relatori o semplici spettatori.

Ma perché non è stato possibile organizzare il confronto? “Non si è completato l'iter” spiega Anna Mastromarino, direttrice della Scuola di Scienze Giuridiche, Politiche ed Economico-Sociali di Torino dell’Università di Torino. “Ci tengo a dire – precisa Mastromarino – che qui nulla è stato annullato, nulla è stato proibito. Siamo pronti ad ascoltare le opinioni di tutti perché questo è un posto dove gli studenti vengono abituati ed educati ad avere un certo atteggiamento di accoglienza verso il pensiero diverso. Siamo disposti a ricalendizzare l’evento”. Parole che risuonano come una beffa. Silvio Viale, consigliere comunale di Torino e noto esponente radicale, punta il dito contro il rettore Stefano Geuna: “La cosa peggiore è il cedimento del rettore. L’Università deve essere libera e non ostaggio di una pugno di violenti contro la democrazia”.

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